«Yara come nostra figlia»
Gli immigrati veneti dalla famiglia

«Siamo venuti per esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alla famiglia Gambirasio - hanno detto -: Yara potrebbe essere nostra figlia». Una decina di immigrati di Veneto e Lombardia ha raggiunto Brembate per consegnare una lettera e appendere un manifesto di solidarietà.
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Una decina di immigrati di Veneto e Lombardia ha raggiunto Brembate per consegnare una lettera e appendere un manifesto di solidarietà destinato alla famiglia di Yara Gambirasio. Il gruppo veneto e bresciano, di cui fanno parte egiziani, marocchini e tunisini, è guidato da Mohammed Ahmed, un giornalista egiziano della televisione veneta LA9.

A Brembate hanno portato uno striscione che riporta la frase «La comunità degli immigrati in Veneto e Lombardia porta la solidarietà alla famiglia di Yara». «Siamo venuti per esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alla famiglia Gambirasio - hanno detto - e la nostra visita non c'entra nulla con il rilascio del nostro connazionale. Abbiamo deciso di venire a Brembate già lunedì scorso e chi continua a dire che questo paese è razzista non ha capito nulla - hanno ribadito -: gli stranieri qui sono ben accetti e integrati e noi siamo i primi a richiedere il rispetto delle regole e delle leggi. Siamo qui per dire questo e per stare vicini alla famiglia Gambirasio: Yara potrebbe essere nostra figlia».

Il gruppo ha anche preparato una lettera indirizzata ai genitori di Yara che una giovane marocchina ha letto davanti a casa Gambirasio:

«Siamo un gruppo di immigrati di varie nazionalità, che hanno scelto l'Italia come loro seconda patria e proprio per questo ci sentiamo parte della comunità italiana e non possiamo restare indifferenti davanti a tutto ciò che in questa Patria adottiva accade.

In questo giorno speciale per gli italiani e i cristiani, giorno nel quale si ricorda e si celebra una grande Madre, la Madonna in uno dei momenti più dolci della sua vita, noi sentiamo che Yara è anche un po' nostra figlia e voi siete parte della nostra famiglia, del nostro cuore e dei nostri pensieri quotidiani e non possiamo restare indifferenti davanti a quello che è certamente per voi fonte di profonda angoscia, e di una sofferenza che non vorremmo mai dover provare e non auguriamo a nessun uomo di dover far fronte a una prova così devastante e dolorosa.

Noi oggi siamo partiti da Padova in rappresentanza della comunità di immigrati veneti e lombardi, per testimoniare la nostra vicinanza al vostro dolore e alla vostra angoscia, ma anche la nostra speranza, che ancora non vuole cedere davanti a quella che è una delle peggiori disgrazie che possa accadere a una madre, a un padre, a una famiglia e a tutta la comunità umana: la perdita di un suo membro.

Ci e vi auguriamo che possiate trovare la forza di andare avanti, mantenendo viva la speranza che Yara possa tornare e che tutto si concluda con quello che è il giusto eprcorso di una vita che è così bella e giovane come quella di Yara: il ritorno in mezzo a noi e tutti fin da ora ci stringiamo in un grande abbraccio che vuole significare solidarietà, affetto e stima, perchè ci avete mostrato il volto raro e prezioso di una famiglia italiana: la dignità».

Due donne, rappresentanti del gruppo di immigrati giunti da Padova a Brembate Sopra, hanno consegnato la lettera ai genitori di Yara. I genitori - secondo quanto riferito dagli immigrati - hanno accettato di ricevere la lettera.

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