La metà delle case inquina
L'obiettivo è ristrutturarle

«Più del 60% degli edifici residenziali presenti in città sono stati costruiti tra il 1946 e il 1983. Se entro il 2020 vogliamo raggiungere l'obiettivo di diminuire del 20% le emissioni di anidride carbonica dovremo partire da qui».

«Più del 60% degli edifici residenziali presenti in città sono stati costruiti tra il 1946 e il 1983. Se entro il 2020 vogliamo raggiungere l'obiettivo di diminuire del 20% le emissioni di anidride carbonica dovremo partire da qui».

È stata tracciato lunedì 11 aprile, nella sala conferenza dell'Università di Bergamo in Sant'Agostino, il percorso del Patto dei sindaci sull'impegno per l'energia sostenibile. Con la partecipazione di Provincia, Amministrazione comunale, sindaci e operatori economici.

L'incontro è stato organizzato col ministero dell'Ambiente nell'ambito della «Settimana europea dell'energia sostenibile» che, a livello nazionale, si apre proprio a Bergamo: la provincia italiana con più comuni aderenti al Patto dei sindaci.

Nell'occasione è stato annunciato che il Comune di Bergamo sarà fra le primissime realtà su tutto il territorio orobico ad approvare il Paes «Piano azione energia sostenibile»: lo farà entro il giugno del 2011. A questo proposito proprio l'Università di Bergamo, che sta collaborando con l'Amministrazione di Palazzo Frizzoni, ha anticipato le analisi preliminari sulle emissioni della città, analizzando a fondo il 50% del costruito, relativo al settore residenziale, di tutta Bergamo.

Si tratta di una vera e propria mappa, realizzata su dati georeferenziati, in grado di stabilire le zone della città dove si registrano le maggiori emissioni di anidride carbonica. Un dettaglio casa per casa, tenendo in considerazione l'età di costruzione e la tipologia costruttiva.

«I dati in questione sono stati elaborati partendo dall'analisi di oltre 2.500 certificazioni energetiche depositate nel Comune di Bergamo negli ultimi anni - spiega l'assessore comunale all'Ambiente Massimo Bandera, affiancato dal professor Marco Marengo, dell'Università di Bergamo -. Fra tutte queste il 50,6% risulta di classe energetica G, la peggiore, e di conseguenza non sorprende che il 35% delle emissioni totali di tutta la città provenga proprio dal settore residenziale».

«L'obiettivo principale, quindi, sarà quello d'intervenire sull'esistente mettendo anche mano al regolamento edilizio per aiutare a migliorare la qualità energetica degli edifici messi peggio che, purtroppo, non sono pochi».

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