I sindacati scrivono al Comune:
difendere il bilancio per il welfare

I tagli generalizzati delle risorse destinate ai servizi socio-sanitari e assistenziali destano le forti preoccupazioni delle organizzazioni sindacali bergamasche per le inevitabili ricadute nei servizi gestiti dall'assessorato competente del Comune di Bergamo.

I tagli generalizzati delle risorse destinate ai servizi socio-sanitari e assistenziali destano le forti preoccupazioni delle organizzazioni sindacali bergamasche per le inevitabili ricadute nei servizi gestiti dall'assessorato competente del Comune di Bergamo.

Cgil, Cisl e Uil condividono, in sintonia con l'Anci e gli enti locali, la necessità di ripensare al tema delle risorse. Fondamentale è garantire un'offerta di servizi che, quantitativamente, non si discosti da quanto storicamente già impegnato non trascurando, ovviamente, il miglioramento del corpus qualitativo. Date le premesse, le previsioni rasentano il pessimismo.

La sforbiciata centrale alle risorse andrà a compromettere il bilancio di Palazzo Frizzoni. Se in prima battuta era stata dichiarata una riduzione di risorse del 10%, successivamente è stata ridimensionata intorno al 6%. Detto ciò i sindacati pretendono un'immediata revisione dell'azione politica per fronteggiare «le amputazioni» alle politiche sociali salvaguardando tutto ciò che attiene al welfare, insostituibile strumento di coesione sociale.

Da qui l'invito ai sindaci della Bergamasca a riformulare l'attenzione al territorio rivolgendosi prioritariamente alla tenuta dei servizi sociali. Cgil, Cisl e Uil chiedono, quindi, all'Amministrazione comunale di Bergamo l'apertura di un confronto per difendere strenuamente il bilancio destinato al welfare territoriale ed evitare il ridimensionamento di servizi essenziali per le fasce deboli della popolazione.

Non arginare la fuga di risorse destinate al welfare significa lasciare sole molte famiglie le quali, nelle scuole cittadine, oggi non sono più in grado di pagare la mensa per i figli (tariffa unica, determinata senza fasce Isee e quindi penalizzante per i redditi più bassi). Significa lasciare soli gli alunni che necessitano dell'assistenza scolastica individuale. Significa affrancarsi, sbagliando, da coloro che necessitano dell'assistenza domiciliare (Sad) oppure che manifestano serie difficoltà a pagare l'affitto, anche in alloggi comunali, entrando in tal modo nella spirale degli sfratti.

Criticità sociali di fronte alle quali sarebbe eticamente ingiusto voltare le spalle. Concludendo i sindacati territoriali considerano essenziale approfondire con il Comune di Bergamo quanto attiene al welfare cittadino e le prospettive dei servizi sociali nel nostro territorio nella loro globalità.

È inevitabile che al calo delle risorse si debba contrapporre un capillare sforzo per recuperare, attingendo anche alla sussidiarietà e all'associazionismo, ogni contributo finalizzato a cogliere l'interesse comune di un welfare sostenibile.

In coerenza con il documento trasmesso l'8 aprile scorso dalle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil ai referenti lombardi di Regione, Assessorati, Anci Lombardia, le Confederazioni bergamasche di Cgil, Cisl e Uil si rendono «disponibili a dare il loro leale contributo di idee e proposte» nell'ambito di un confronto che possa elaborare sul tema dei servizi sociali necessarie e improcrastinabili decisioni.

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