Il panorama perduto tra i mattoni
Un viaggio alla ricerca di Città Alta

Un semplice, banale muro che nasconde il gioiello. Condomini che cancellano il colle. Poi visioni improvvise, inaspettate, che tolgono il fiato. Come in via Ghislandi. Quelli che ci vivono magari non se ne accorgono più perché a questa bellezza sono abituati.

Un semplice, banale muro che nasconde il gioiello. Condomini che cancellano il colle. Poi visioni improvvise, inaspettate, che tolgono il fiato. Come in via Ghislandi. Quelli che ci vivono magari non se ne accorgono più perché a questa bellezza sono abituati: la visione di Città Alta che si ha dal passaggio «Calepino» è tanto intensa quanto fuggevole. Non ci si fa caso.

Invece è lì, si scende dalla via Ghislandi verso S. Anna e a cinquanta metri dalla piazza se si guarda a destra si coglie una delle immagini più belle, con il Campanone e la Torre del Gombito in primo piano. Immagini impreviste, rubate, pedalando in questa mattina di settembre per le vie della città, attenti agli automobilisti che svoltano senza freccia e a quelli che spalancano le portiere improvvisamente.

Altra visione che non ci si aspetta è quella che si coglie in via Angelo Mai, dove termina la cortina di condomini, appena prima dell'istituto magistrale, un varco improvviso nel muro dei palazzi, una pausa, uno spiraglio. Come era accaduto poco prima scrutando lungo la via Casalino: oltre il palazzo della prefettura si apre la visione degli edifici antichi della città, della cupola del Duomo con la statua di S. Alessandro, il Campanone... Angoli, scorci, luoghi imprevisti, da tutelare, magari anche da ampliare.

Prosegue su L'Eco di Bergamo in edicola mercoledì 14 settembre il dibattito su l'«ecomostro» in costruzione in via Autostrada. Oggi anche un intervento di Francesco Battistini, giornalista bergamasco del Corriere della Sera

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