Bassa, anche l'Asl rassicura:
«L'acqua è senza nichel»

«Rassicuriamo la popolazione, innanzitutto: come Asl, nei nostri controlli periodici e a campione sugli acquedotti, non abbiamo mai trovato tracce di nichel nell'acqua né a Treviglio né a Verdellino. Mai, neppure negli ultimi controlli del 2011».

«Rassicuriamo la popolazione, innanzitutto: come Asl, nei nostri controlli periodici e a campione sugli acquedotti, non abbiamo mai trovato tracce di nichel nell'acqua né a Treviglio né a Verdellino. Mai, neppure negli ultimi controlli del 2011. Quindi l'acqua che esce dai rubinetti della Bassa non ha nichel, si può bere tranquillamente. Se poi questo metallo arrivi prima o poi dalla falda anche nelle case è tutto da vedere».

È perentorio Bruno Pesenti, direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Asl di Bergamo, dopo la notizia allarmante della presenza di nichel, cento volte sopra i limiti di legge, riscontrata dall'Arpa nella falda a Verdellino. In particolare i valori sono stati registrati nel piezometro in via Vienna, con una concentrazione di nichel pari a 2.500 microgrammi, ovvero il limite di legge è stato superato più di cento volte.

«Come è risaputo, spetta all'Arpa, Agenzia regionale per l'ambiente, il controllo dello stato delle falde acquifere e la tutela da eventuali agenti inquinanti. Come Asl, non abbiamo competenze sulle falde, ma ci spettano invece i controlli sull'acqua degli acquedotti. Controlli sia a campione sia specifici, in caso di particolari segnalazioni – continua Bruno Pesenti – . È necessario ricordare, comunque, che tutte le società di gestione degli acquedotti hanno l'obbligo di fare auto-controlli sull'acqua, ovviamente oltre a monitorare i sistemi di depurazione».

«I nostri controlli arrivano quindi già dopo quelli delle società di gestione: comunque, il nichel non c'è mai stato né a Treviglio né a Verdellino, per quanto risulta dai nostri esami. Sui rischi eventuali che la popolazione dovesse correre qualora venissero riscontrate tracce di nichel in futuro è difficile fare previsioni, ed è difficile anche quantificare in quanto tempo questo metallo possa passare dalla falda all'impianto di distribuzione idrica».

«Intanto, è opportuno fare diverse precisazioni. La prima: il nichel è considerato un metallo cancerogeno per esposizione professionale, quindi in caso di inalazione e contatto cutaneo. Ma non c'è alcuno studio scientifico che abbia mai ipotizzato e avvalorato rischi o pericoli per ingestione di nichel».

Notizie rassicuranti, da un lato, anche se, di fatto, non possono fugare il timore che, prima o poi, quel nichel ritrovato nella falda a Verdellino arrivi nei rubinetti. E, fatto non trascurabile, proprio gli abitanti tra Verdellino, Ciserano, Castel Rozzone, Arcene e Treviglio stanno affrontando il problema del cromo esavalente, la cui concentrazione comunque ora risulta in calo.

«Siamo da subito disponibili a un lavoro insieme all'Arpa per ulteriori accertamenti sul nichel - conclude il direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Asl di Bergamo -. Intanto, l'agenzia dovrà indagare per chiarire l'origine di questo nichel. Si possono per il momento fare soltanto supposizioni: è facile ritenere che l'origine sia galvanica, ovvero da lavorazione industriale, ma servono accertamenti ed esami. Per quanto riguarda il cromo esavalente, infine, ci risulta che il problema sia notevolmente ridimensionato. La popolazione, comunque, si rassereni. Tracce di nichel nell'acqua potabile non ne esistono, a oggi».

Carmen Tancredi

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