«Attivissimo» a caccia di bufale
Ma a Leffe è contestatissimo

Attivissimo, ma anche contestatissimo. Alla serata a «caccia di bufale», il cacciatore è diventata preda e una parte di pubblico se ne è andata imbufalita. Finale movimentato, con una vibrata contestazione, dunque, per l'incontro di Leffe.

Attivissimo, ma anche contestatissimo. Alla serata a «caccia di bufale», il cacciatore è diventata preda e una parte di pubblico se ne è andata imbufalita.

Finale movimentato, con una vibrata contestazione, dunque, per l'incontro di venerdì 10 febbraio all'Auditorium Pezzoli di Leffe e dedicata alla disinformazione mediatica legata ad internet. Relatore dell'incontro, davanti ad una sala gremita, il giornalista Paolo Attivissimo che attraverso il sito attivissimo.net e il blog disinformatico.info lavora per smascherare le cosiddette “leggende metropolitane” e le leggerezze di giornali e siti internet.

Attivissimo ha mostrato come possano nascere vere e proprie mitologie su notizie inventate e fotomontaggi. Meccanismi perversi per cui milioni di clic sul “mi piace” o “condividi” di un social network finisce per dare crisma di notizia a pesci d'aprile e strafalcioni. Sullo schermo sfilano i falsi gatti bonsai costretti a crescere nei vasetti (approdati con relativi patemi sulle pagine di Repubblica), i ritocchi alle foto dei regimi di Corea del Nord, Egitto ed Iran, ma anche il perverso domino che grazie a internet crea vere e proprie psicosi, proponendo temerari collegamenti fra una moria di uccelli in Arkansas e quella di quattro poiane nel Canton Ticino.

“Attraverso le leggende e le bufale – ha sottolineato Attivissimo citando un'affermazione di Marc Bloch del 1921 – gli uomini esprimono inconsapevolmente i propri pregiudizi, gli odi, le paure, tutte le proprie forti emozioni”. Il giornalista con tono sicuro e spesso sarcastico, non ha risparmiato nemmeno L'Eco di Bergamo, "onorato" addirittura del commento di apertura alla serata. Attivissimo se l'è presa con l'articolo di annuncio della serata che a suo dire gli attribuiva un virgolettato che lui mai aveva detto. Nulla di più vero: l'aveva infatti scritto (e non detto) sul suo blog, come correttamente segnalato da L'Eco.

La bagarre scoppia quando la lingua di Attivissimo batte su un dente che evidente molto duole: quello relativo alle tesi “complottiste” riguardo l'attentato dell'11 settembre alle Torri Gemelle. Quando viene introdotto l'argomento dal fondo della sala si alzano proteste vibrate. Alcuni giovani legati al gruppo “Lo sai?” di Bergamo rumoreggia e interrompe l'esposizione, innalzando anche cartelli di protesta del tipo “Attivissimo, la bufala sei tu”. I toni e la tensione salgono pericolosamente e gli organizzatori annunciano la sospensione della serata. Il pubblico non ci sta e un breve conciliabolo consente al giornalista di chiudere l'intervento e aprire una successiva fase di confronto. Si finisce per discutere, con toni decisamente più pacati, della possibilità o meno che gli attentati siano un'enorme montatura americana, il “casus belli” per consentire i successivi interventi in Asia e Medio Oriente. Attivissimo e i giovani avviano un serrato confronto sulla possibilità o meno che le Torri siano collassate per il solo impatto degli aerei.

Il pubblico finisce per appassionarsi e i “contendenti” snocciolano teorie contrapposte con stupefacente sicurezza, citando prove provate reperite (manco a dirlo) su internet. La discussione in maniera del tutto inconsapevole finisce per mostrare in maniera esemplare i limiti e il corto-circuito dell'era digitale, che rischia di togliere alle persone un sano spirito critico, trasformandolo (a seconda dei punti di vista) in sicumera o scetticismo. Su questa necessità Attivissimo e i contestatori concordano di fatto e i veri “vincitori” finiscono per essere gli organizzatori di Leffegiovani. Il presidente Fabio Brignoli e gli altri soci gestiscono con buonsenso e responsabilità la fase di “emergenza” della contestazione.

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