Regione: a chi non usa l'auto blu
rimborsi di 24 mila euro annui

Un rimborso di 24mila euro all'anno perché hanno rinunciato all'auto di servizio. È quanto spetta a cinque componenti dell'ex Giunta Formigoni. Tra i benificiari ci sono anche due bergamaschi: gli ex assessori regionali Belotti (Lega) e Raimondi (Pdl).

Un rimborso di 24mila euro all'anno perché hanno rinunciato all'auto di servizio. È quanto spetta a cinque componenti dell'ex Giunta Formigoni. Tra i benificiari ci sono anche due bergamaschi: gli ex assessori regionali Daniele Belotti (Lega) e Marcello Raimondi (Pdl). Gli altri tre nomi sono quelli dell'ex assessore Alessandro Colucci (Pdl) e dei due sottosegretari Paolo Alli (Pdl) e Massimo Zanello (LN).

Il rimborso, in pratica, funziona così: se si rinuncia all'auto blu e all'autista (che alla Regione costano circa 80mila euro l'anno) si può beneficiare di un rimborso di 24mila euro, a prescindere dai chilometri che effettivamente si percorrono per gli incontri istituzionali.

Sulla vicenda, Belotti sottolinea: «Il paradosso è che viene criticato chi rinuncia all'auto blu e, quindi, fa risparmiare la Regione». L'ex assessore della Lega definisce «paradossale» anche la proposta formulata a suo tempo dal capogruppo dell'Idv in Consiglio regionale, Stefano Zamponi, che chiedeva di abolire i rimborsi per gli assessori che avessero rinunciato all'auto blu. Belotti spiega che se il provvedimento fosse passato, tutti gli assessori avrebbero dovuto usare per forza l'auto blu, «aumentando le spese» per il Pirellone.

Si tratta di rimborsi che «non sono legati agli spostamenti da casa al luogo di lavoro» ma vanno a coprire «i chilometri fatti per le visite e gli incontri istituzionali». L'esponente del Carroccio continua: «In un anno percorro in media 65/70mila chilometri per essere presente a più di 2 mila incontri istituzionali, escludendo quelli del partito ovviamente. Ho persino fuso una macchina». Insomma i rimborsi ci devono essere ma Belotti ha una sua proposta: «Non devono essere più forfettari ma chilometrici» perché «io, più o meno, ci vado in pari ma chi sta di più in ufficio ci guadagna».

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