Cene coi politici? Non è reato
«Accertare prima di indagare»

Dice di essere contento della notizia, ma gli resta un’amarezza: aver ritirato la ricandidatura. Daniele Belotti, dopo aver scoperto di essere indagato per peculato, aveva comunicato al direttivo regionale che non si sarebbe ripresentato alle elezioni del Pirellone.

Dice di essere contento della notizia, ma gli resta un’amarezza: aver ritirato la ricandidatura. Daniele Belotti, dopo aver scoperto di essere indagato per peculato, aveva comunicato al direttivo regionale che non si sarebbe ripresentato alle elezioni del Pirellone.

Ora il magistrato che conduce le indagini ha chiesto l’archiviazione per lui e per altri due politici bergamaschi: «Sono sempre stato tranquillo – commenta l’allora consigliere regionale della Lega Nord – perché ho giustificato una a una tutte le voci contestate».

Belotti, divenuto poi assessore, aveva annunciato di essere disposto a rimborsare l’intera somma. E fece di più: «Rinunciai alla ricandidatura lo stesso giorno in cui ricevetti l’avviso di garanzia – racconta – ora mi rendo conto che c’è stato un errore di fondo, prima di indagare 92 persone era necessario accertare meglio tutte le posizioni, perché una cosa del genere demolisce la carriera di un politico».

Nell’inchiesta era finito anche Valerio Belotti, consigliere Udc all’epoca dei fatti: «Fu come una pugnalata alle spalle», riferisce. Bettoni rifiutò l’ipotesi di restituire il denaro «perché – ha dichiarato fin da subito – era stato utilizzato per viaggi a Roma e pranzi con sindaci. Questa notizia dimostra che basta avere pazienza, la giustizia ha fatto il suo corso».

L’ex presidente provinciale dice di «aver lavorato sempre seriamente. Non ho mai fatto il furbo, mi sono mosso sempre nel rispetto della legge».

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