Covid in Italia: 6.619 i nuovi positivi,18 le vittime. Terza dose? Rezza: «C’è indecisione, probabile per anziani e fragili»

Sono 6.619 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del Ministero della Salute diffusi venerdì 30 luglio. Giovedì erano stati 6.171. Sono invece 18 le vittime in un giorno, mentre giovedì erano state 19.

Numeri ancora in salita per quanto riguarda il contagio da Covid-19 in Italia. Secondo il Ministero della Salute, nel quotidiano bollettino, i nuovi positivi sono 6.619, con un incremento, rispetto alle 24 ore precedenti, pari a 448, ma con un numero di tamponi effettuati decisamente superiori, 247.486 e che produce un tasso di positività che si attesta sul 2,67%. Quasi stabili i decessi 18 (giovedì erano stati 19).

I guariti sono 2.117, gli attualmente positivi salgono a 82.962 con un incremento di 4.478.I casi in Italia dall’inizio dell’epidemia sono 4.343.519, i morti 128.047. I dimessi ed i guariti sono invece 4.132.510, con un incremento di 2.117 rispetto a ieri. Gli attualmente positivi sono 82.962, in aumento di 4.478 unità nelle ultime 24 ore.

In conferenza stampa, il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza ha parlato anche di terza dose: «C’è indecisione, non ci sono ancora delle evidenze così forti per potere dire faremo la terza dose a tutti. Alcuni Paesi come Israele hanno scommesso di puntare sulla terza dose, l’Inghilterra sta pianificando una campagna di autunno, alcuni Paesi hanno deciso di vaccinare persone immunodepresse con un richiamo. Per le altre persone fragili, anziani e operatori sanitari non si è arrivati a nessuna decisione. Credo però che le persone più fragili e anziane effettueranno un richiamo» . E aggiunge: «Non si sa se sarà necessario nel caso di una terza dose effettuare questo richiamo con vaccini adattati alle varianti attualmente in circolazione. Il punto è se si vaccina sarà sufficiente con i vaccini esistenti, oppure saremo costretti ad un vaccino adatto? Ci teniamo aperte tutte e due le opzioni; probabilmente se si vaccinasse oggi si utilizzerebbero i vaccini disponibili. Bisognerà valutare fra alcuni mesi, per ora non è possibile dare una risposta» ha aggiunto Rezza.

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