Farmaco antitumorale troppo caro
In campo l’ospedale: paghiamo noi

«Se ne farà carico l’ospedale». Carlo Nicora, il direttore generale del Papa Giovanni XXIII risponde così, al telefono, riferendosi ad un farmaco di alto costo, non ancora rimborsabile dal sistema sanitario nazionale, e necessario ad una donna di 60 anni che ne ha bisogno per la propria cura anti cancro.

«Se ne farà carico l’ospedale». Carlo Nicora, il direttore generale del Papa Giovanni XXIII risponde così, al telefono, riferendosi ad un farmaco di alto costo, non ancora rimborsabile dal sistema sanitario nazionale, e necessario ad una donna di 60 anni che ne ha bisogno per la propria cura anti cancro.

La donna aveva già cominciato ad assumerlo partecipando ad una sperimentazione nell’ospedale bergamasco, poi interrotta alcuni mesi fa. Senza l’intervento dell’ospedale, però, la cura è diventata «inaccessibile», poiché costa circa 5.000 euro al mese.

Così, dopo una accurata verifica, la direzione dell’ospedale ha disposto che le cure proseguano, con la copertura dei costi da parte della struttura sanitaria. Non è una scelta semplice, anche se il direttore generale la considera in qualche modo «obbligata», per garantire la continuità terapeutica e tutelare la salute di persone (i casi esaminati dalla direzione sono almeno due, simili tra loro e ugualmente eccezionali) che si trovano stritolate da un sistema burocratico lento e farraginoso.

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