Fatto connotato da efferata violenza
Bossetti, gravi indizi di colpevolezza

Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello, resta in carcere. Anche se il gip Ezia Maccora non ha convalidato il fermo «poiché dagli atti non si evince alcun elemento concreto e specifico dal quale desumere il pericolo di fuga».

Leggi le 6 pagine su L’Eco di Bergamo del 20 giugno

Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello, resta in carcere. Anche se il gip Ezia Maccora non ha convalidato il fermo «poiché dagli atti non si evince alcun elemento concreto e specifico dal quale desumere il pericolo di fuga».

Ma per il Gip Bossetti deve restare in carcere per i gravi indizi di colpevolezza, «la gravità intrinseca del fatto, connotato da efferata violenza» e per una personalità «dimostratosi capace di azioni di tale ferocia, posta in essere nei confronti di una giovane ed inerme adolescente abbandonata in un campo incolto dove per le ferite ed ipotermia ha trovato la morte».

Nell’interrogatorio di convalida della mattinata di giovedì 19 giugno Bossetti davanti al gip Bossetti non ha fatto scena muta come davanti al pm Letizia Ruggeri: «Sono totalmente innocente, non c’entro niente». Sulla serata del 26 novembre, quando Yara sparì uscita dalla palestra, Bossetti ha detto di «essere stato a casa con la famiglia». E su come il suo dna potesse essere stato ritrovato sui leggings della ragazzina, si è limitato ad un «non so spiegarmelo», ribadendo di non averla mai conosciuta.

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