Il «Paranoia» vendeva al telefono
«Quante “magliette” ti servono?»

Per la polizia le «magliette» altro non erano che «dosi di stupefacente».Per gli inquirenti - secondo l’ordinanza del gip - il «Paranoia» è risultato «gestire in autonomia attività di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina.

«Quante magliette ti occorrevano allora?», «Eh, fai due!», «Anche tre se vuoi... magari te le do neh!». È lo stralcio di una conversazione telefonica intercettata dalla squadra mobile della polizia. A parlare con un suo amico è L. R., detto «Paranoia», finito ai domiciliari per spaccio e ritenuto pusher di alcuni appartenenti alla tifoseria ultrà atalantina.

Per la polizia le «magliette» altro non erano che «dosi di stupefacente».

Per gli inquirenti il «Paranoia» – già finito nell’inchiesta ultrà per la manifestazione non autorizzata alla Bèrghem Fest di Alzano del 2010 – è risultato «gestire in autonomia – si legge nell’ordinanza firmata dal gip Raffaella Mascarino – attività di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, che acquistava da Ilir Sopir (l’albanese ritenuto figura di spicco nell’inchiesta, ndr)».

Per gli inquirenti L. R. «effettuava gli incontri con gli acquirenti nei bar frequentati dalla tifoseria in città. Per gli inquirenti «aveva la disponibilità di vari tipi di stupefacente». In un’intercettazione un amico gli chiede: «Hai una cannetta?». Secondo la polizia il «Paranoia» aveva un discreto giro. Qualcuno fra i presunti acquirenti – ricostruiscono gli investigatori – era insolvente. Come nel caso di un suo amico tatuatore, che , secondo gli inquirenti, per sdebitarsi gli avrebbe proposto «un tatuaggio gratuito».

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