La «marcia» di Forza Nuova
Il reato finisce in prescrizione

Reato archiviato per i 41 militanti di Forza Nuova, protagonisti della marcia d’inaugurazione della sede di via Bonomelli nel febbraio 2009. Sono difatti passati 5 anni. Resta in piedi per 3 militanti l’apologia di fascismo. Tra questi «padre» Tam.

Potenza delle prescrizione. Reato archiviato per i 41 militanti di Forza Nuova rei di aver preso parte alla marcia d’inaugurazione della sede di via Bonomelli travisati con caschi e armati di aste e bastoni. Nell’udienza di giovedì 24 aprile, il giudice Stefano Storto non ha potuto fare altro che prendere atto che da quel 28 febbraio del 2009 erano passati 5 anni. Ergo, il reato è caduto in prescrizione. Tra gli accusati c’erano il segretario nazionale Roberto Fiore e gli allora coordinatori regionale e provinciale: rispettivamente Luca Castellini e «Astipalio», al secolo Dario Macconi.

E analogamente finirà per i 50 esponenti dell’ultrasinistra e dei centri sociali che quello stesso pomeriggio avevano più volte cercato il contatto con Forza Nuova, scontrandosi poi violentemente con polizia e carabinieri tra le vie Paglia e Paleocapa.

Resta ancora però pendente il reato di apologia di fascismo: tra le decine di braccia tese in corteo dal piazzale della Malpensata a via Bonomelli, gli inquirenti sono riusciti ad identificare con certezza solo tre volti. Uno è quello di «padre» Giulio Tam, ex sacerdote lefebvriano sospeso a divinis e scomunicato. I tre rischiano pene fino a 2 anni.

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