«Inceneritore troppo caro»
Già 60 Comuni in fuga da Rea

Fuori uno, due, tre, fuori almeno 60 su 200. Se non è ancora una grande fuga, poco ci manca: la «liberalizzazione» - che ha consentito ai Comuni di cercarsi l'inceneritore di rifiuti più conveniente - per l'impianto Rea di Dalmine è un salasso.

Fuori uno, due, tre, fuori almeno 60 su 200. Se non è ancora una grande fuga, poco ci manca: la «liberalizzazione» - che ha consentito ai Comuni di cercarsi l'inceneritore di rifiuti più conveniente non più negli stretti confini bergamaschi ma allargando la caccia a tutta la Lombardia - per l'impianto Rea di Dalmine è un salasso.

Al bacino regionale si è arrivati come «compensazione» della tariffa di 113 euro per ogni tonnellata di rifiuti smaltiti, costruita dopo un lungo tira e molla tra Provincia e il gruppo «Green holding», che gestisce l'inceneritore bergamasco.

Così i 15 Comuni bergamaschi e le 15 società di gestione che raggruppano più paesi, a cui il 31 dicembre 2011 è scaduta la convenzione, hanno avviato i bandi per assegnare il servizio di smaltimento rifiuti. Ora alcuni nuovi appalti sono chiusi e i numeri parlano chiaro: da inizio 2012 l'impianto di «Green holding spa» ha perso i contratti per lo smaltimento dei rifiuti di almeno 60 Comuni.

Fino al 31 dicembre 2011 ne aveva circa 200. Un'emorragia, che potrebbe non finire qui: «G.eco srl», la supersocietà nata da una costola della Sabb di Treviglio, che ha assorbito i rami d'azienda anche della seriana Setco e dell'«isolana» Linea Servizi, con i suoi 78 Comuni (a regime, una volta completata la fusione) è una bella spada di Damocle.

La società, che ha sede a Treviglio, sta infatti completando il bando per la ricerca del socio privato: potrebbe essere Rea, ma anche no, visto che la gara è a evidenza europea quindi la concorrenza è decisamente ampia.

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