«L’autonomia da Uniacque?
È possibile. Basta volerlo»

«La politica deve fare solo un passetto in più». I gestori di Hidrogest chiedono un intervento per salvaguardare una «realtà locale efficiente, nata dalla volontà e dall’impegno degli amministratori locali».

«La politica deve fare solo un passetto in più». I gestori di Hidrogest chiedono un intervento per salvaguardare una «realtà locale efficiente, nata dalla volontà e dall’impegno degli amministratori locali».

Da quando la legge regionale ha imposto una gestione unica della rete idrica e la maggior parte dei Comuni della Bergamasca (circa il 70%) è confluita in Uniacque, la società con sede a Sotto il Monte, insieme a Cogeide, Servizi comunali Spa e Amias Srl di Selvino, porta avanti la sua battaglia per l’autonomia, in aperto contenzioso con la Provincia.

L’ennesimo affondo all’ente provinciale e al suo presidente Ettore Pirovano (che spinge perché le società rimaste fuori confluiscano in Uniacque) venerdì sera, in un incontro organizzato dal Comune di Brembate (con le associazioni Pensare Liberamente e Agorà) dove sono intervenuti il sindaco Angelo Bonetti, Alessandro Sorte, consigliere di Regione Lombardia (Fi), Marco Pagnoncelli, senatore (Fi) e l’onorevole sottosegretario al ministero dell’Ambiente Marco Flavio Cirillo.

I gestori di Hidrogest puntano alla costituzione di una società consortile a responsabilità limitata (Scarl) «perfettamente in linea con la legge regionale». «Abbiamo presentato le memorie difensive al Tar, abbiamo i requisiti per essere salvaguardati - esordisce Gian Maria Mazzola, presidente Hidrogest -. In Provincia abbiamo presentato una proposta il 20 dicembre per la costituzione di una Scarl che non penalizza il gestore unico e mette in equilibrio la situazione, abbandonando i contenziosi. Questa soluzione è già stata adottata a Pavia, potremmo farlo anche noi. Invito la politica a farsi interprete presso le istituzioni, perché si riesca a concertare un modello organizzativo che fermi il contenzioso».

Nel pubblico c’era Matteo Oriani, consigliere provinciale (Fi): «Mi chiamate in un momento non facile perché il soggetto principale, che è la Provincia, non ha un ruolo costruttivo come dovrebbe - commenta -. Come Consiglio abbiamo messo una pezza, con due ordini del giorno, dove chiediamo al presidente di cambiare le linee di indirizzo politiche e il tipo di approccio, per un dialogo costruttivo. Ci aspettiamo che venga attuato».

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