Madalina, eseguita l’autopsia
Stretto riserbo degli inquirenti

Stamattina - venerdì 14 marzo - , nella camera mortuaria dell’ospedale «Papa Giovanni XXIII» a Bergamo, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Madalina Palade, uccisa nella notte tra domenica e lunedì dalla follia omicida di Isaia Schena.

Stamattina - venerdì 14 marzo - , nella camera mortuaria dell’ospedale «Papa Giovanni XXIII» a Bergamo, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Madalina Palade, la 27enne romena uccisa nella notte tra domenica e lunedì dalla follia omicida di Isaia Schena.

Il professor Francesco De Ferrari, direttore dell’Istituto di Medicina legale degli «Spedali Civili» di Brescia, e la dottoressa Nicoletta Cerri, del Laboratorio di Genetica forense (sempre degli «Spedali»),hanno cercato di capire quali colpi hanno determinato la morte della ventisettenne romena. Sull’esito dell’autopsia vige il più stretto riserbo da parte degli investigatori.

La vittima, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stata colpita al capo con una bottiglia e poi accoltellata all’addome.

Ma il compito dei due medici legali non si è limitato all’esame autoptico. Il pm Fabrizio Gaverini ha infatti incaricato i due consulenti di compiere accertamenti medico-legali anche sulle ferite riportate da Isaia Schena.

L’uomo si ritrova con una serie di lesioni sulle braccia e all’addome (qui è localizzata una ferita da arma da taglio larga 2 centimetri e profonda 8), la cui natura sarà determinante per confortare una tra le due tesi che si prospettano all’orizzonte. Quella dell’accusa, per la quale Schena, dopo aver ucciso la giovane romena, si sarebbe autoinferto i colpi nel tentativo di togliersi la vita. E quella che, secondo indiscrezioni, avrebbe sussurrato ai carabinieri lo stesso assassino subito dopo la scoperta del delitto: e cioè, che tra lui e Madalina sia scoppiata una lite e poi una colluttazione.

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