Mattarella, un giuramento tra gli applausi. «Basta disuguaglianze per crescere. Insieme siamo responsabili del futuro»

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un’aula di Montecitorio vestita a festa con drappi rossi e 21 bandiere tricolore, ha prestato giuramento di fronte alle Camere riunite in seduta comune e ai delegati regionali.

Cinquantacinque applausi e una ovazione finale durata oltre tre minuti, hanno segnato il discorso del presidente della Repubblica Mattarella davanti al Parlamento. Al centro la parola «dignità», ripetuta più volte dal Capo dello Stato.

Un discorso durato circa 40 minuti : oltre 50 gli applausi, con circa 20 standing ovation, che gli ha tributato l’Aula durante il discorso. Al centro il bisogno di «costruire un’Italia più moderna. Ma affinché la modernità sorregga la qualità della vita e un modello sociale aperto, animato da libertà, diritti e solidarietà, è necessario - ha detto Mattarella - assumere la lotta alle diseguaglianze e alle povertà come asse portante delle politiche pubbliche».

Il termine più utilizzato è stato appunto la «dignità». «La pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo - ha detto nel suo discorso -. Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno di ogni prospettiva reale di crescita. Nostro compito - come prescrive la Costituzione - è rimuovere gli ostacoli . Accanto alla dimensione sociale della dignità, c’è un suo significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera società».

E poi ancora: «Dignità è azzerare le morti sul lavoro che feriscono la società e la coscienza di ognuno di noi. Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli» ha ricordato così il 18enne morto a Udine durante uno stage in fabbrica.E «dignità è anche opporsi a razzismo e all’antisemitismo, aggressioni intollerabili fisiche e verbali non sono alle minoranze ma alla coscienza di ognuno di noi», «è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti. Questa è anche la migliore garanzia di sicurezza».

«La nostra dignità è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti la dignità umana degli altri. È anzitutto la nostra dignità che ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani» ha continuato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di insediamento dedicando un lungo «capitolo» alla dignità in tutti i suoi aspetti.

«Dignità - ha infatti aggiunto - è diritto allo studio, lotta all’abbandono scolastico, annullamento del divario tecnologico e digitale. Dignità è rispetto per gli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine, privi di un ruolo che li coinvolga».

«Dignità - ha detto ancora Mattarella - è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte che purtroppo mortifica le speranze di tante persone. Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità». E poi: «è garantire e assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente».

La dignità, dunque, come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile» ha continuato, con parole mirate sulla condizione femminile: «Dignità è impedire la violenza sulle donne, piaga profonda e inaccettabile che deve essere contrastata con vigore e sanata con la cultura e l’esempio» e «dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità».

Un discorso che tocca tutti i temi sociali della Nazione: «Dignità è un paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, libero anche dalla complicità di chi fa finta di non vedere».

Al termine del discorso anche un ricordo a David Sassoli, «la sua testimonianza di uomo mite e coraggiose sempre aperto al dialogo è entrata nell’animo dei nostri concittadini». E ha concluso così:«”Auguri alla nostra speranza” sono state le sue ultime parole in pubblico. Aveva appena detto: “La speranza siamo noi” - ha ricordato Mattarella -. Ecco, noi, insieme, responsabili del futuro della nostra Repubblica”» .

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