Nessun indagato nel gruppo Rtl
I pm: «Operazioni bancarie sospette»

La perquisizione ha infatti riguardato anche le altre società del gruppo Rtl, E i pm della Dda di Catanzaro,scrivono di «Operazioni bancarie sospette, con denaro in uscita dai conti correnti in contanti».

Non risultano indagati nel gruppo Rtl. Il coinvolgimento dell’emittente radiofonica più ascoltata d’Italia nell’inchiesta deriva però da un fatto che ancora non ha una spiegazione: il boss Nicola Tripodi, arrestato lo scorso anno, risultava dal 1999 alle dipendenze della Gest.I.Tel, società del gruppo Rtl, con sede a Bergamo, in via Scotti.

Ma non è la sola questione aperta. La perquisizione ha infatti riguardato anche le altre società del gruppo Rtl, E i pm della Dda di Catanzaro, nel decreto con cui nei giorni scorsi hanno disposto la perquisizione delle società del gruppo Rtl, nell’ambito di un’indagine sulla cosca ’ndranghetista della famiglia Tripodi scrivono di «Operazioni bancarie sospette, con denaro in uscita dai conti correnti in contanti».

Un altro punto su cui gli inquirenti vogliono fare chiarezza sono quei tre milioni e 200 mila euro pagati in quattro anni, dal 2006 al 2009, dal Comune di Reggio Calabria e incassati da Rtl 102.5 come compenso per le dirette estive dal lungo mare reggino. Compensi regolari, fino a prova contraria. A insospettire gli inquirenti è il fatto che ne parlassero al telefono due personaggi sotto intercettazione, Nicolino Congestrì e l’imprenditore Francesco Cascasi, quest’ultimo ritenuto influente sull’allora sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, poi divenuto governatore della Regione Calabria.

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