Spitalieri e Benigni, botta e risposta sulle panchine: «Attenzione ai poveri». «No, vandalismo»

Botta e risposta a distanza sulla ormai celeberrima questione delle panchine anti clochard. Il «la» lo dà proprio Gianluca Spitalieri, il candidato del Patto Civico che ha smontato i braccioli in ferro dalla panchina di viale Papa Giovanni XXIII.

«Se un merito ha avuto l’azione di disobbedienza civile è senza dubbio quello di aver portato all’attenzione di tantissimi il tema degli esclusi dal tessuto sociale e dei reclusi nella morsa della povertà. Una povertà che non è scelta, non è autodeterminazione, ma si tratta di una povertà impacchettata, costruita su misura per tenere a bada gli “indecorosi”, per controllare i condannati al silenzio, una povertà strumentale, prodotta dal mercato e manipolata dalla retorica intorno alla sicurezza»

«Non è sufficiente la carità cristiana, non servono ulteriori dormitori, non basta finanziare gli istituti che ad oggi hanno svolto forme di assistenzialismo. Il sindaco è stato costretto a fare la sua bella conferenza stampa in cui ci ha spiegato che la sua giunta ha riservato grandissima attenzione ai temi sociali. Colgo l’occasione per ricordare al sindaco che rinchiudere i disoccupati, poveri e i vagabondi in luoghi di accoglienza non è la soluzione. È facilitando l’ingresso nel mondo del lavoro che si arginano i disagi sociali, è dando loro case popolari e alloggi che si ridà dignità alle donne e agli uomini, sottraendoli così dalle logiche del controllo sociale, tipico delle nostre società occidentali»

«Non basta la solidarietà di qualche singolo o di qualche centro caritatevole, occorrono azioni politiche serie. Iniziamo con la registrazione della residenza dei senza fissa dimora, iniziamo ad attuare politiche contro lo spreco alimentare e il recupero delle eccedenze alimentari nei magazzini, iniziamo a fare una politica seria sulle case sfitte, tante delle quali necessitano solo di ordinaria manutenzione e modifichiamo quell’odioso regolamento della polizia urbana così restrittivo e securitario che prevede addirittura la multa per gli accattoni, altra contraddizione dell’ amministrazione Tentorio». conclude Spitalieri.

Sul versante del centodestra, gli risponde Stefano Benigni, coordinatore regionale dei giovani e candidato a Palafrizzoni: « «In questi ultimi giorni abbiamo sperato che il candidato sindaco Giorgio Gori sconfessasse il suo aspirante consigliere che, in versione “uomo bricolage”, si è divertito a smontare un paio di braccioli dalle nuove panchine di viale Papa Giovanni XXIII solo per guadagnarsi un po’ di pubblicità gratuita in vista delle elezioni»

«Pubblicità solo per se stesso visto che, ricordo, le panchine sono state pagate dai cittadini di Bergamo. Purtroppo la nostra è stata una speranza disattesa. Se queste sono le premesse (e siamo solo in campagna elettorale) non oso immaginare come diventerà Bergamo in caso di vittoria del centrosinistra. Tutto ciò mi fa tornare alla mente alcuni episodi accaduti quando il sindaco di Bergamo era ancora Roberto Bruni: in quel quinquennio abbiamo dovuto fare i conti con assessori – come Rustico ed Amorino – che scendevano in piazza a fianco dei centri sociali mentre questi deturpavano la nostra città».

« Ci aspettiamo quindi che Gori si scusi con i cittadini di Bergamo per le azioni del suo candidato, che non esito a definire vandalo, e lo vincoli con impegno formale a rinunciare alla carica di consigliere in caso di elezione. Chi si diletta a smontare proprietà pubbliche è giusto che ne risponda nelle opportune sedi» conclude Benigni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA