Orio, la guerra dei parcheggi
tra minacce e incendi dolosi

Furti, incendi, rapine, persino un dipendente gambizzato: per l’accusa il corollario alle continue pressioni per dirottare in mani amiche la gestione del «Fly Parking», parcheggio di Orio. Per il pm si tratterebbe di ex dipendenti desiderosi di rimanere nel settore. A processo 4 persone.

Furti, incendi, rapine, bombe carta, persino un dipendente gambizzato: otto raid in 16 mesi che per l’accusa erano il corollario alle continue pressioni per dirottare in mani amiche la gestione del «Fly Parking», uno dei parcheggi periferici dell’aeroporto di Orio, business diventato assai appetibile anche in vista dell’Expo. A un certo punto s’era intravista pure un’ombra di criminalità organizzata dietro a questa vicenda; invece, per il pm Emanuele Marchisio, si limiterebbe a un’iniziativa di ex dipendenti desiderosi di rimanere nel settore.

A processo ci sono 4 persone: Roberto Gotti, 37 anni, di Gazzaniga (ai domiciliari); Davide Pregnolato, 35, di Bergamo (ai domiciliari); Claudio Pellegrino, 31, di Bergamo; e Achille Pagliuca, 34, di Mondragone (Caserta), in carcere per un furto relativo a un altro procedimento. Il quinto, Giovanni Di Bartolomeo, 56 anni, originario di Mondragone e residente a Brusaporto, ritenuto l’artefice del pressing, ha già patteggiato 4 anni.

Su L’Eco di Bergamo del 22 maggio la ricostruzione dei fatti

© RIPRODUZIONE RISERVATA