Piccoli Comuni attaccano lo Stato
Danno più di quanto poi ricevono

Piccoli, poveri e ora anche «derubati». I mini Comuni della Valle Brembana tornano ad alzare la voce contro lo Stato «Golia», reo di togliere loro quanto più lo stesso trasferisca in termini di soldi. In buona sostanza non è più lo Stato ad aiutarli ma sono loro ad aiutare lo Stato.

Piccoli, poveri e ora anche «derubati». I mini Comuni della Valle Brembana tornano ad alzare la voce contro lo Stato «Golia», reo di togliere loro quanto più lo stesso trasferisca in termini di soldi. In buona sostanza non è più lo Stato ad aiutarli ma sono loro, i piccoli, che sono costretti a svuotare le loro piccole casse per aiutare lo Stato.

La denuncia – inviata al Governo, alla Regione, al Prefetto di Bergamo, all’Associazione nazionale dei Comuni, ai partiti politici e ai sindacati – è contenuta in un documento redatto e presentato in Comunità montana a Piazza Brembana il mese scorso, presenti una trentina di rappresentanti comunali.

Le delibere consigliari

Dopo una delibera della giunta comunitaria ora sono i singoli consigli o le giunte che stanno approvando il documento, per cercare di dare più forza alle loro ragioni (tra questi l’hanno approvato Branzi, Isola di Fondra, Mezzoldo, Algua e Ornica).

Si parte innanzitutto affermando la «povertà» della Valle Brembana, i cui Comuni sono considerati tra i più «svantaggiati» e «disagiati», sia dalla Regione sia dall’Europa, anche a seguito dello spopolamento e dell’età media sempre più alta. Quindi la considerazione di fondo: per l’anno appena concluso «su 38 Comuni ben 15 (dei quali 12 sotto i mille abitanti), riceveranno dallo Stato molto meno di quanto lo stesso preleverà per alimentare il fondo di solidarietà nazionale. Questi comuni, in sostanza, saranno sottoposti a un prelievo forzoso». E si annuncia una battaglia.

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