Regione, otto arresti per truffa
Con Rognoni anche 2 bergamaschi

Dentro a Infrastrutture Lombarde si sarebbe insediata per anni una «cerchia» di professionisti che si muoveva con il preciso scopo di «accaparrarsi il maggior numero di commesse pubbliche» ed appalti. Arrestato Rognoni, coinvolti anche 2 bergamaschi.

Dentro a Infrastrutture Lombarde, una delle principali società pubbliche regionali, con un ruolo importante anche in vista dell’Expo del 2015, si sarebbe insediata per anni una «cerchia» di professionisti, soprattutto avvocati, che «clandestinamente» si muoveva con il preciso scopo di «accaparrarsi il maggior numero di commesse pubbliche» ed appalti. In sostanza, è come se avesse preso vita autonoma «un organismo parallelo» capace di truccare e turbare molte gare degli ultimi anni in Lombardia, tra il 2008 e il 2013: un lungo elenco, quasi una ventina in tutto, e che hanno riguardato anche i vecchi Ospedali Riuniti di Bergamo, il nuovo ospedale di Bergamo, strutture ospedaliere nel Varesotto e in Valtellina, l’ospedale di Como, oltre alla Pedemontana e alla Brebemi.

In carcere, giovedì 20 marzo, è finito proprio uno dei rappresentanti di peso di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni, ingegnere milanese di 53 anni, direttore generale della società, interamente partecipata dal Pirellone, fino allo scorso gennaio quando ha rassegnato le dimissioni. Anche se, hanno spiegato gli stessi magistrati, risulta ancora formalmente in carica. Le porte del carcere si sono aperte anche per Pier Paolo Perez, responsabile dell’Ufficio Gare di Infrastrutture Lombarde. E con loro sono state arrestate, ma poste ai domiciliari, altre sei persone: in pratica quei professionisti, tra cui quattro avvocati e un ingegnere, che avrebbero partecipato, al «servizio» di Rognoni, a quella che il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo ha definito una sorta di «amministrazione domestica», tramite una fitta rete di conoscenze, delle più importanti opere pubbliche lombarde (solo l’appalto per l’ospedale San Gerardo di Monza valeva 210 milioni di euro).

L’indagine è nata da una denuncia per un appalto truccato a Pieve Emanuele (Milano) e getta ombra sull’Expo 2015. Stando a quanto emerge dall’ordinanza del gip Andrea Ghinetti, infatti, Rognoni, che assieme a Perez risponde di ben 66 capi di imputazione, avrebbe pilotato anche due incarichi di consulenza legale relativi all’Esposizione Universale. In particolare, sarebbe stata «gravemente turbata» una gara del valore di 1,2 milioni di euro riguardante l’affidamento «a professionisti esterni dei servizi legali» nell’attività di Infrastrutture Lombarde di «supporto e assistenza ad Expo 2015». Il «sistema» messo in piedi da Rognoni e dagli altri indagati per associazione a delinquere, turbativa d’asta, truffa ai danni della Regione e falso, operava, spiega il gip, in un contesto di «clamoroso e spudorato conflitto di interessi, ben noto ai pubblici ufficiali delle stazioni appaltanti».

Fra i diciassette destinatari delle misure cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari Andrea Ghinetti ci sono anche due bergamaschi, funzionari di Ilspa: Simona Trapletti, architetto, e l’ingegnere trevigliese Alberto Trussardi, che rispondono di turbativa d’asta. La prima avrebbe affidato alcuni incarichi in maniera che gli inquirenti ritengono irregolare: la riqualificazione dello Spazio Regione a Palazzo Pirelli, il recupero urbano di un quartiere a Pieve Emanuele (Milano), il recupero di Villa Reale a Monza. Quanto a Trussardi, i pm gli contestano un solo episodio di turbativa e falso, relativo alla gara per l’ampliamento dell’ospedale San Gerardo di Monza: figurava tra i membri della commissione di gara, ma secondo gli inquirenti a valutare sarebbero stati commissari «ombra», in accordo con Rognoni e i suoi. Sia per Trapletti, sia per Trussardi il gip ha disposto la misura cautelare del divieto di esercitare attività in uffici direttivi e la professione di ingegnere.

Altri dettagli su L’Eco di Bergamo del 21 marzo

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