Ryanair, 50 milioni di passeggeri
Ora, dopo 12 anni, nuove regole

Dal 2002 a fine 2013 ad Orio al Serio sono transitati 70 milioni 370 mila 447 passeggeri: 50 sono quelli di Ryanair. Un dato che la dice lunga su cosa rappresenti la compagnia per l’aeroporto. Per converso, lo scalo bergamasco è il terzo del network irlandese.

Dal 2002 a fine 2013 ad Orio al Serio sono transitati 70 milioni 370 mila 447 passeggeri: 50 sono quelli di Ryanair. Un dato che la dice lunga su cosa rappresenti la compagnia per l’aeroporto. Per converso, lo scalo bergamasco è il terzo del network irlandese: o il secondo, dipende se si considerano rotte o passeggeri. In ogni caso il primo del continente europeo per la compagnia low cost, considerando che gli altri due sono Londra Stansted e Dublino.

C’è chi teme che i 15,6 miliardi di dollari per l’acquisto di 175 Boeing 737 possano pesare parecchio sui conti della compagnia nei prossimi anni. E c’è già chi lancia allarmi ad ogni trimestrale sotto le aspettative. Ma Michael O’Leary, padre-padrone della compagnia, in un’intervista al Sunday Times, ha risposto: «Abbiamo solo detto che guadagneremo 520 milioni di euro invece che 570: cioè solo mezzo miliardo , mentre la maggior parte delle compagnie di tutto il mondo continua a perdere».

Eppure gli irlandesi volanti stanno cambiando radicalmente l’approccio con il cliente: meno spigoli, maggiore disponibilità e qualche sorriso in più al check-in. Se prima la convenienza (reale) di un volo era controbilanciata da un trattamento non proprio da studenti di Eton, ora Ryanair si sta avviando verso la strada di una normalità di relazioni. Controlli meno rigidi, e qualche sorriso in più.

Nel giro di pochi mesi sono così spariti ancestrali strumenti di tortura come il fustino di cartone per misurare i bagagli (la gabbia in ferro è però rimasta), è stato concesso l’imbarco di una seconda borsa di ridotte dimensioni, con grande gioia del gentil sesso normalmente costretto a costiparla nel bagaglio a mano. Le cui misure restano comunque rigorose: 55 per 40 per 20, idem il peso non oltre i 10 chilogrammi.

Il sito internet è diventato accessibile e persino umano

Insomma, il low cost sta cambiando pelle: dopo un avvio arrembante e all’insegna di prezzi al limite dell’omaggio (anche 99 centesimi a tratta, agli albori...) i livelli tariffari medi si sono via via alzati. Certo, restando comunque nettamente sotto quelli delle compagnie tradizionali, ma comunque crescendo in modo significativo. Colpa del costo del lavoro, del carburante, della crisi e di tante altre cose, investimenti sui nuovi aeromobili compresi.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo di domenica 16 febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA