Ryanair cambia strategia
«Ora pensiamo alle famiglie»

Social, digitale, attenta alle famiglie e persino friendly. Ryanair versione 2.0 (ed oltre) gioca a tutto campo, con un Michael O’Leary che nell’incontro londinese con la stampa arriva persino a recitare un «mea culpa, mea maxima culpa».

Social, digitale, attenta alle famiglie e persino friendly. Ryanair versione 2.0 (ed oltre) gioca a tutto campo, con un Michael O’Leary che nell’incontro londinese con la stampa - presenti 70 giornalisti di 30 Paesi – arriva persino a recitare un «mea culpa, mea maxima culpa» quasi convincente in merito ad un atteggiamento troppo duro nel passato, con clienti e compagnie rivali.

«Sono cambiato per la mia innata umiltà...» gigioneggia strappando risate a pioggia, ma si riprende subito: «Comunque certi competitor meriterebbero ancora di essere insultati».

Metamorfosi di una compagnia diventata fenomeno di costume per la propria essenzialità al limite dell’asprezza: a tal punto che in Philomena, film candidato all’Oscar di Stephen Frears, la protagonista di fronte all’offerta di bevande a bordo di un volo prima rifiuta, poi quando scopre che è tutto gratis fa il pieno e sentenzia: «Su Ryanair si paga...».

Show a parte, gli irlandesi volanti provano a cambiare pelle: da compagnia quasi abrasiva («Ma comunque abbiamo fatto volare milioni di persone...» ) a soggetto attento ai desiderata dei clienti, ai grandi aeroporti, al mondo social e digitale. Destinatario di un investimento monstre («Many many millions», si lamenta O’Leary): in sostanza triplicato rispetto al passato, da 12 a 36 milioni.

Sul tappeto, partnership con Google, clientela business e pacchetti famiglie. Per le famiglie Ryanair sta studiando pacchetti ad hoc. «Non escludo bagagli gratis per i bambini, check-in familiari e via dicendo. La nostra intenzione è ascoltare i bisogni delle famiglie».

Capitolo rotte: sulla Orio-Roma, nessun ripensamento. E sul sogno americano prende tempo: «Non ci sono gli aerei disponibili, li hanno tutti prenotati le compagnie del Golfo. Appena ne avremo dieci adatti lanceremo i voli a dieci euro a tratta. Ma con una compagnia sorella e non prima di cinque anni, almeno».

Leggi Dino Nikpalj su L’Eco in edicola giovedì 27 marzo

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