Scorie radioattive nell’area Interporto?
Secca smentita dalla Montello Spa

Potrebbero essere nascoste da vent’anni nell’area destinata all’interporto di Montello vicino a un’ex acciaieria scorie radioattive provenienti dell’Est Europa, fuse insieme ai rottami che gli industriali lombardi importavano negli anni ’90.

Potrebbero essere nascoste da vent’anni nell’area destinata all’interporto di Montello vicino a un’ex acciaieria scorie radioattive provenienti dell’Est Europa, fuse insieme ai rottami che gli industriali lombardi importavano negli anni ’90. E scomparse nel nulla, tanto che a Bergamo nessuno – negli uffici pubblici – se ne ricorda.

E’ quanto scrive il Fatto Quotidiano per il quale «a riferire questa possibilità è il Sismi, il servizio segreto militare, in tre note declassificate dalla Camera dei deputati, inserite in un fascicolo dedicato al traffico di rottami ferrosi dopo la caduta del Muro di Berlino. L’area indicata è quella “di pertinenza delle acciaierie Sancinelli” di Montello, a 15 km da Bergamo, su cui il servizio informava di un “sospetto occultamento di materiale radioattivo”».

Le note del Sismi portano la data dell’agosto ’94, e sono state trasmesse dall’intelligence alla Procura circondariale di Reggio Calabria, che indagava sul traffico di materiale radioattivo interrato o trasportato via nave.

Secondo un informatore del Sismi - si legge sul Fatto Quotidano, una «fonte d’ambiente normalmente attendibile» per l’agenzia, sarebbe successo qualcosa nella zona delle ex acciaierie di Montello: «In un’area destinata a diventare interporto, di pertinenza delle acciaierie Sancinelli, sarebbero state sepolte scorie radioattive – scrive l’intelligence militare – Quanto sopra, se confermato, potrebbe ovviamente arrecare grave pregiudizio per la salute con il cambio di destinazione dell’area in suolo pubblico». Già allora, infatti, si parlava del progetto di un interporto da 300mila mq, un mega polo logistico di interscambio tra ferrovia, autotrasporti, e autorità doganali per cui era stata costituita una società, la Sibem, finita da poco in liquidazione. L’interporto non è mai stato realizzato.

Qualcosa però doveva preoccupare gli analisti del Sismi che aggiungevano: «Non può essere esclusa attività di disinformazione finalizzata al raggiungimento di interessi di parte».

Contattati da ilfattoquotidiano.it, i funzionari dell’Ufficio rifiuti della Provincia e dell’area radiazioni del dipartimento Arpa di Bergamo non ricordano di aver mai ricevuto una simile informazione. Per il momento, dopo le prime ricerche sulle pratiche di quegli anni, sembra non siano mai stati effettuati accertamenti specifici alla ricerca di radioattività in quell’area.

Una terza e più articolata informativa, firmata dal centro Sismi di Milano, è dedicata alla ditta Montello Spa, che opera tuttora sul luogo delle ex acciaierie, importante realtà nel settore del trattamento rifiuti, considerata un’eccellenza per il suo impianto di riciclo delle plastiche. L’azienda, scrivono i servizi militari nel ’94, «dispone di due discariche nei comuni limitrofi di Costa di Mezzate e Osio Sotto», impianti ora esauriti. E quando si occupava di acciaio avrebbe «importato in varie occasioni materiale ferroso proveniente dai Paesi dell’Est».

«Smentisco nella maniera più assoluta – risponde a ilfattoquotidiano.it il direttore amministrativo della Montello Spa, Paolo Ferrari – È da vent’anni che abbiamo cessato l’attività siderurgica. Noi adesso facciamo tutt’altro». Alla Montello Spa, spiega il dott. Ferrari, «all’epoca erano installati rilevatori di radioattività per i rottami in entrata» (anche se la direttiva della Regione Lombardia sui rilevatori risale al ’98). Inoltre, secondo l’azienda, «l’area dove doveva sorgere l’interporto non è mai stata utilizzata per l’attività industriale. Erano terreni in gran parte agricoli, fuori dal muro di cinta e ce li hanno espropriati nel 2005. Sono della Sibem». Il dirigente della Montello fa riferimento anche a un «piano di caratterizzazione dei suoli che ha dato esiti negativi: in tutta l’area non sono emersi inquinamenti».

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