Ubriacarsi è diventata una moda
Minorenni in coma da cocktail

Arrivano al pronto soccorso in stato di semi-incoscienza, riaprono gli occhi solamente per liberare la stomaco dall’alcol che hanno ingerito in grandi quantità nel corso della serata. Sono adolescenti o di pochi anni più grandi.

Arrivano al pronto soccorso in stato di semi-incoscienza, riaprono gli occhi solamente per liberare la stomaco dall’alcol che hanno ingerito in grandi quantità nel corso della serata. Sono adolescenti o di pochi anni più grandi.

Quando si tratta di un minorenne gli amici lasciano l’ubriaco all’ospedale che, come da norma, allerta i genitori. Se invece ha già soffiato sulle diciotto candeline, si ferma solo uno della comitiva, come se fosse stato deciso a turno chi deve prendersi la briga di stare accanto all’amico che il più delle volte ha alzato troppo il gomito, alcune è in coma etilico, altre ancora ha assunto anche droghe sconosciute, acquistate online, tanto che si rende necessario allertare il Centro antiveleni per scoprire il trattamento efficace.

Spesso sono recidivi e quando i medici e le infermiere rivedono il collassato, pensano: «Ah, ancora lui». O lei. Perché nella fotografia scattata dalle parole di chi si occupa di soccorrere i ragazzi in stato di grave ebbrezza, non mancano come protagoniste le ragazze.

A pochi giorni dalla celebrazione dell’«Alchol prevention day» organizzato dall’Istituto superiore di sanità e della società italiana di Alcologia, il quadro dell’abuso di alcol nella provincia di Bergamo dimostra tratti allarmanti proprio perché interessa sempre più i giovani. «Nella maggior parte dei casi - racconta Veronica Bugini, infermiera al pronto soccorso dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII - hanno un’età compresa tra i 16 e i 22 anni. Sono vestiti alla moda, mai trasandati. Sono per bene, la sensazione che ci siamo fatti è che l’abuso di alcol, rispetto al passato, sia diventata una moda che parte con l’aperitivo».

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