Natale tiepido per i consumi:
«Vincono alimentari e tecnologia»

Sarà un Natale tutto sommato soddisfacente per i consumi. Sono le previsioni di Confcommercio, formulate nello studio presentato su «La congiuntura economica in prossimità del Natale» e resa nota mercoledì 1° dicembre.

Secondo il Centro Studi di Confcommercio gli italiani spenderanno in totale 33,6 miliardi di euro, ovvero l'1,2% in più rispetto allo scorso anno, per effetto dell'aumento delle tredicesime che provengono dalle pensioni (si riducono invece quelle da lavoro dipendente), anche se la spesa media per famiglia, in termini reali (al netto della variazione dei prezzi) registrerà un calo dell'1,2% e sarà di 1.337 euro (1.354 euro nel 2009 a prezzi correnti).

Dei 33,6 miliardi euro 11,3 miliardi saranno destinati alla rete distributiva e 22,3 ad altre spese (carburanti, moto e auto, bollette, spese all'estero, vacanze in Italia, altri servizi).

Le aree di spesa che subiranno una maggiore variazione saranno abbigliamento, calzature, sport e accessori (-4%) e libri, cd e dvd (-1,2%); al palo invece profumeria e cura del sé, giocattoli e altri giochi, e telefonia; crescerà la spesa per generi alimentari (+0,6%) e per la piccola e media tecnologia, come IPod e tablets (+2,7%) e per elettrodomestici, mobili ed elettronica di consumo (+0,5%).

Bene anche computer e accessori (+1,5%). Per alimenti e bevande gli italiani spenderanno 2,1 miliardi (+2% rispetto al 2009), mentre calerà la spesa per abbigliamento e calzature (-0,3%). Per elettrodomestici e tv gli italiani spenderanno 2 miliardi, mentre per informatica e telecomunicazioni 1,1 miliardi.

«Sarà un Natale sostanzialmente in linea con lo scorso anno e con una propensione al consumo moderatamente cresciuta – afferma Paolo Malvestiti, presidente dell'Ascom di Bergamo -. Nessun crollo, quindi, e anche i bergamaschi per i loro acquisti punteranno soprattutto sull'alimentare e su larga parte dei prodotti tecnologici. In un quadro economico in cui il ritorno alla crescita è ancora incerto, lento e fragile e permane la fase altalenante del clima di fiducia, della produzione industriale e della domanda interna, i consumi delle famiglie sono sostanzialmente stabili».

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