Costruttori edili, tempo di bilanci
Per l’export si punta alla Mongolia

Primo mandato concluso, con vista sul secondo. È infatti quasi scontato che Ance Bergamo confermerà, dopo l’assemblea di venerdì e il successivo direttivo, Ottorino Bettineschi alla guida dell’associazione, non fosse altro per la caparbietà e il coraggio.

Primo mandato concluso, con vista sul secondo. È infatti quasi scontato che Ance Bergamo confermerà, dopo l’assemblea di venerdì e il successivo direttivo, Ottorino Bettineschi alla guida dell’associazione, non fosse altro per la caparbietà e il coraggio con cui il «presidente-gentiluomo» (definizione fatta propria un po’ da tutti gli addetti ai lavori) si è opposto allo tsunami che in questi anni si è abbattuto sul settore delle costruzioni in provincia.

Presidente, sono stati tre anni, quelli del suo mandato, vissuti pericolosamente: tantissime imprese si sono arrese alla crisi, un patrimonio storico enorme sfumato nel nulla.

«Purtroppo è così: negli ultimi anni in Bergamasca hanno chiuso 1.700 imprese, con 12 mila dipendenti licenziati: in pratica il 30% del nostro patrimonio è stato annientato. Le ragioni sono state tante, la maggior parte però non dipendenti dalle aziende: i mancati pagamenti della pubblica amministrazione, la stretta creditizia e la burocrazia imperante hanno quasi portato al collasso del sistema. Abbiamo cercato strenuamente di resistere...».

A che punto siamo con l’export? C’è qualche nuovo sbocco?

«Al di là dei filoni di cui abbiamo già parlato, dall’Africa al Messico, senza dimenticare la solita Francia, ci sono due sbocchi nuovi su cui stiamo lavorando: in Repubblica Ceca importanti clienti privati ci richiedono opere di idraulica ed edilizia civile. Poi c’è la Mongolia, con un piano ancora più ambizioso: un pool di costruttori è venuto a visitare la nostra scuola edile e presto ospiteremo il ministro delle Infrastrutture: hanno tante materie prime, ma hanno bisogno del nostro know how...».

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