Dalle birre fino alla moda
A Gorlago c’è un «porto franco»

Hanno fatto un passo alla volta e ora hanno raggiunto un traguardo importante: la loro azienda, la Pgm Logistica di Gorlago, lavora con il deposito fiscale per i prodotti alcolici in regime di sospensione di accisa, ma ora ha anche il deposito doganale con sospensione dei dazi.

Hanno fatto un passo alla volta e ora hanno raggiunto un traguardo importante: la loro azienda, la Pgm Logistica di Gorlago, lavora con il deposito fiscale per i prodotti alcolici in regime di sospensione di accisa, ma ora ha anche il deposito doganale con sospensione dei dazi. Un «porto franco» difficile da trovare, ideato da Pierluigi Pasinetti, di Grone, e Pierluigi Gaverini, di Trescore.

«Lavoravamo in una grossa azienda di logistica della Bergamasca: qui ci siamo conosciuti ed è qui che intorno al 2004 abbiamo deciso di metterci in società» raccontano. A Gorlago la base, i due sono partiti con un investimento di 300 mila euro e un partner con base a Pescara: «È stato un buon aggancio per avviare l’attività sul nord Italia». Ma la vera fortuna è stata Heineken: «L’azienda di Comun Nuovo aveva bisogno di un deposito fiscale per i suoi prodotti alcolici e noi, che eravamo partiti solo come azienda di trasporti e logistica delle merci, abbiamo avviato le pratiche per la richiesta: da qui, con un investimento di oltre 200 mila euro di fideiussioni e tutto un complesso studio di procedure fiscali, siamo diventati deposito fiscale con la sospensione di accisa». È proprio Arturo Mancinelli della Mancinelli Due di Pescara a fare da garante ai due bergamaschi con i quali avvia una rete di collaborazione per il deposito fiscale: l’azienda diventa così una sorta di porto franco per i prodotti alcolici e, anche se continuano i trasporti speciali su gomma, i due bergamaschi capiscono che solo la specializzazione li può far crescere: «Non potevamo competere con le grandi aziende di trasporto, pur lavorando per aziende come Heineken o Cameo. Così abbiamo deciso di trovare nuove strade: una di queste è stato il packaging, realizzato con un investimento su nuovi macchinari» spiega Pasinetti.

Solo packaging promozionale, che richiede una lavorazione più complessa e mirata: «Attualmente confezioniamo birra con i gadget dei Mondiali - sorride Pasinetti –. Il lavoro è cresciuto: solo nello scorso mese di maggio per Heineiken e Moretti abbiamo realizzato qualcosa come 250 mila confezioni». Ma non basta: «Oltre al deposito fiscale e al packaging, abbiamo deciso di spingere su servizi per aziende che ad esempio hanno bisogno di tutte le procedure legate alla logistica», continua Gaverini. Da quando arriva la merce, c’è così la necessità di suddividerla, stoccarla in codici, organizzarla elettronicamente al fine di effettuare una selezione mirata a seconda di come poi deve essere distribuita. Un vero e proprio procedimento in parte elettronico e in parte manuale, il cosiddetto «picking»: «I nostri dipendenti, in mezzo agli scaffali, ricercano – spiega Gaverini – e codificano la merce, la catalogano e la spostano a seconda delle necessità». Per capire la mole di lavoro, qualche numero: «In un giorno vengono prodotti 10 mila righe d’ordine».

E così l’attività di trasporto si riduce per l’azienda di Gorlago che si specializza ancora di più: «Data la varietà del prodotto e il tanto import dal mercato extra Ue, abbiamo spinto sul deposito fiscale, acquisendo la licenza di deposito doganale». Che Pasinetti spiega così: «La merce arriva in azienda da Paesi extra Europa: la riceviamo, la stocchiamo ed effettuiamo una vidimazione giornaliera. Con il deposito doganale il pagamento dei dazi si effettua volta per volta e solo su quanto viene sdoganato e trasportato fuori dalla ditta, verso il cliente». Un bel vantaggio per le ditte che si appoggiano a Gorlago e un lavoro impegnativo per Pasinetti e Gaverini che per avere questo tipo di licenza hanno fatto richiesta all’Agenzia delle Dogane oltre a sbrigare un lungo iter burocratico. «Siamo in pochissimi a fare questo tipo di servizio e anche questa licenza ci è costata intorno ai 300 mila euro di fideiussioni, ma è un importante investimento per una ditta come la nostra che ormai si è specializzata in queste procedure». Che richiedono una precisione burocratica, un ’attenzione all’organizzazione della merce, alla sua suddivisione e sospensione di dazio fino all’uscita dalla ditta. «E questo lo facciamo anche su piccoli stock, procedura ancor più complessa». Come per la cartoleria del brand bergamasco «Legami» o gli accessori di un Consorzio di scarpe che produce in Cina ma ha base italiana.

Da qui il magazzino di Gorlago è cresciuto, con 8 mila metri quadrati di deposito «oltre agli uffici e una decina di dipendenti che lavorano per noi insieme a una 40 di persone che si occupano del magazzino e che dipendono da una cooperativa che collabora con la nostra azienda» continuano i due soci. Con previsioni di crescita: «La sospensione doganale è appena avviata e prevediamo una crescita dei clienti e l’assunzione di almeno cinque persone sul 2014-2015». Ma non solo, perché l’azienda bergamasca, insieme al partner di Pescara, sta avviando un consorzio per coprire con il deposito fiscale il territorio nazionale, avviando una base anche su Roma e Napoli: «Abbiamo capito, che in tempi di crisi era necessario spingere sulla specializzazione, andando a cercare settori di competenza utili nel servizio alle aziende. Se fossimo rimasti una piccola società di trasporti saremmo stati mangiati da realtà più grandi». Ecco perché il deposito fiscale prima, e quello doganale dopo: «Con l’export sempre più forte dai Paesi extraeuropei può essere un mercato molto competitivo». E anche per questo, la politica dei due bergamaschi in questi ultimi anni è stata quella di investire: «Nel 2013 abbiamo fatturato 2 milioni e mezzo, la maggior parte per l’acquisto di macchinari per la logistica e il packaging, la formazione del personale e l’informatizzazione de i procedimenti fiscali e doganali». Da quest’anno si comincia a raccogliere quanto seminato: «Un buon biglietto da visita per noi, un’opportunità per il cliente: con il “porto franco” un’alta percentuale del valore della merce viene sospesa a livello di oneri fiscali, fino a quando non viene sdoganata»

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