«Guerra e rincari energia: a Bergamo 10mila lavoratori a rischio cassa integrazione»

L’allarme Secondo la Cisl, potrebbero essere migliaia i lavoratori ad essere interessati in poco tempo dall’avvio di ammortizzatori. Dal presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia, un appello al governo: «Bisogna fare in fretta».

Secondo Luca Nieri, segretario generale dei metalmeccanici Fim-Cisl di Bergamo , «se non cambieranno le condizioni, a breve il domino delle chiusure e delle difficoltà potrebbe allungarsi velocemente, colpendo purtroppo un numero di lavoratori altissimo, stimabile in 10.000 persone a livello provinciale, soprattutto nelle filiere e nell’indotto delle grandi aziende».

Sul momento estremamente critico è intervenuto il presidente di Confindustria Bergamo Stefano Scaglia, che ha ricordato come Russia e Ucraina siano «molto importanti per la fornitura di materie prime, di acciaio e lavorati metallici: a causa del conflitto oggi sono fuori gioco, per cui tutte le forniture e gli ordini di queste materie prime e semilavorati non vengono confermate nei tempi, nei modi e neanche nei prezzi. Per questo i grandi produttori si stanno rivolgendo ad altri impianti ma con gravi problemi logistici e di revisione della catena di fornitura». Scaglia ha avanzato una serie di proposte da attuare in sede nazionale ed europea ma «bisogna fare in fretta e mettere in campo provvedimenti che diano prospettive alle imprese per fare in modo che escano da questa situazione di incertezza».

Tornando alla Cisl altro segretario di categoria Cisl, Luca Legramanti di Fistel-Cisl, spiega che «il costo dell’energia non permette di produrre carta stando nei prezzi che i clienti sono disposti a pagare e questo si riflette anche nel settore grafico, perché la carta o non si trova o costa troppo».

Il sindacato chiede un sistema di ammortizzatori che sostenga i lavoratori, coprendo la perdita di reddito

«Si intravedono le prime difficoltà produttive nelle aziende energivore – conclude Francesco Corna, segretario generale Cisl di Bergamo -, che non riescono a scaricare i maggiori costi nell’immediato. Bisogna sostenere i lavoratori interessati con ammortizzatori sociali che coprano la perdita di reddito e tutelare la capacità produttiva delle aziende bergamasche, con l’auspicio che trovino soluzioni strutturali, per rendere il nostro paese meno dipendente dal punto di vista energetico».

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