Krizia finisce in mano ai cinesi
La bergamasca vende il marchio

Krizia finisce in mano ai cinesi. La fondatrice Mariuccia Mandelli, dopo sessant’anni di business, avrebbe detto sì al corteggiamento dell’imprenditrice asiatica Zhu Chongyun, che dovrebbe diventare presidente e direttore creativo di Krizia.

È la fine di un’era. La bergamasca Mariuccia Mandelli ha ceduto la sua Krizia. Dopo le voci che si rincorrevano da mesi sull’imminente passaggio di proprietà è arrivata ieri la conferma, con tanto di comunicato stampa dal quartier generale di via Manin, pochi giorni dopo la sfilata della prossima collezione autunno/inverno presentata giovedì scorso durante la Settimana della Moda milanese.

Il marchio creato dalla stilista di Città Alta 60 anni fa è stato acquisito al cento per cento dal Shenzhen Marisfrolg Fashion Co., gruppo retailer cinese fondato e gestito da Zhu Chong Yun che diventerà presidente e direttore creativo di Krizia. L’azienda, leader nel mercato asiatico del pret-à-porter di fascia alta, debutterà con la sua prima collezione a marchio Krizia il prossimo febbraio, esattamente tra un anno, alla prossima Fashion Week milanese dove presenterà la nuova collezione autunno/inverno.

Il trasferimento della proprietà della divisione moda di Krizia è però atteso entro aprile e fino ad allora non saranno forniti ulteriori dettagli riguardo questa operazione finanziaria: «Le pratiche di ufficializzazione dell’accordo sono tuttora in corso - specificano da via Manin -, per tale ragione non desideriamo rilasciare dettagli sulla transazione». Solo uno stringato commento da parte di Mariuccia Mandelli che ha pubblicato on line questa dichiarazione: «Siamo felici di aver incontrato la signora Zhu - ha scritto sul Web -, con cui mi sono trovata subito in profonda sintonia. Penso che abbia la forza e il talento per continuare al meglio il nostro lavoro e portare Krizia a nuovi successi nel mondo».

Uno sviluppo mondiale

Nei prossimi cinque anni la nuova proprietà prevede di aprire nuovi negozi monomarca a Pechino, Shanghai, Guangzhou, Shenzhen e Chengdu e di riaprire gradatamente punti vendita in Europa, Giappone e Usa. Operazione che Shenzhen Marisfrolg Fashion Co. ha il potere di fare: fondata nel 1993, la società già lavora nell’ambito fashion e opera in particolare con il marchio di moda donna Marisfrolg, una griffe donna che vanta la provenienza italiana del prodotto e in particolare del tessuto, dichiaratamente made in Italy e, in buona parte, acquisito direttamente dal bergamasco Cotonificio Albini. Del resto, questo si sa, il made in Italy in Cina funziona e impreziosisce il prodotto, tanto che Marisfrolg sul mercato cinese compete con Gucci e Louis Vuitton, anche nel prezzo. Si pensi solo che a oggi questo gruppo conta circa 400 negozi nei principali mall orientali e impiega oltre 3 mila persone: lo scorso anno ha registrato un giro d’affari di 405 milioni di dollari, proventi derivanti in particolare dai punti vendita in Cina, Corea, Singapore e Macau.

L’ammiratrice cinese

«Sono una grande ammiratrice del lavoro di Mariuccia Mandelli - ha commentato Zhu ChongYun - e davvero orgogliosa di prenderne l’eredità. Voglio dare continuità allo stile di Krizia con collezioni tutte made in Italy e sono decisa a rafforzarne il mito nel mondo, seguendone lo stile e ripetendone il grande successo». Un’eredità, quindi, che continuerà ad avere radici italiane ma che perderà la sua ideatrice, mente creativa da 60 anni, stilista di un marchio che ha fatto la storia della moda italiana: una svolta epocale questa cessione, che lascia il sistema moda Italia senza una sua regina indiscussa, da sempre capace di raccontare con determinazione e stile le evoluzioni del costume. A 89 anni la bergamasca, con un diploma da maestra subito accantonato per la macchina da cucire, fa un passo indietro e passa la mano all’Oriente, pur restando sempre la fondatrice di un marchio che già negli anni Sessanta ha stravolto il modo di pensare la donna, togliendole di dosso «docili» tween-set e portandola per strada con pullover tricottati, forme geometriche, sperimentando tra i primi materiali innovativi come la gomma di pesce, la pelle d’anguilla, il metalizzato.

La «Crazy Krizia»

Eccola «Crazy Krizia», soprannome che arrivò dagli Stati Uniti, perfezionista e affascinante, senza peli sulla lingua e capace di intuire i desideri della donna di quel tempo, considerata una ribelle quando abbinò materiali preziosi ai tagli sportivi dei suoi abiti che dovevano vestire la quotidianità: «Gli accostamenti più arditi riescono a far cantare i materiali e le forme» è una delle frasi più celebri di Mariuccia Mandelli. Per lei hanno lavorato grandi nomi della moda, come lo stesso Karl Lagerfeld, e di lei si disse che fu coraggiosa quando, insieme a Ottavio Missoni, nei primi anni Settanta decise di abbandonare la Sala Bianca di Firenze per sfilare a Milano.

E proprio su Milano filtra una buona notizia, per ora solo un’indiscrezione non confermata: la sede del marchio Krizia dovrebbe rimanere in Italia, nella città meneghina, anche se maggiori informazioni saranno fornite intorno ad aprile quando ci sarà il passaggio ufficiale della proprietà.

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