Colantuono: «Visto il carattere?
Qui contava soltanto vincere»

Stefano Colantuono si tiene la gioia dentro. Anche al fischio finale, nessun gesto liberatorio, nessuna esultanza smodata, solo un passo deciso e ben cadenzato verso l'uscita dal campo.

Stefano Colantuono si tiene la gioia dentro. Anche al fischio finale, nessun gesto liberatorio, nessuna esultanza smodata, solo un passo deciso e ben cadenzato verso l'uscita dal campo. Dalla panchina uno dei suoi collaboratori gli salta quasi in groppa abbracciandolo e da quel gesto spontaneo così semplice ma significativo si capisce bene quanto sia stata importante questa vittoria e quanto la sofferenza degli ultimi minuti si sia fatta sentire.

Colantuono, cappellino in stile Cosmi, piumino nero e tutina grigia di rappresentanza (una mise assolutamente inedita per il mister), li ha vissuti come se in campo ci fosse lui. Dalla panchina urlava, gesticolava, si faceva sentire. Lo spettro di un'altra rimonta in stile Piacenza era lì dietro l'angolo e il mister stavolta ha fatto di tutto per mantenere alta la tensione in campo. Su quelle ultime battaglie nel fango sembrava esserci anche lui a contendere il pallone alle disperate speranze del Portogruaro.

Ma alla fine vittoria doveva essere e vittoria è stata, seppur con qualche patema d'animo finale. E un grosso sospiro di sollievo che serve a stemperare tensioni e pressioni create dalla sconfitta con il Livorno. «Dal punto di vista mentale e caratteriale la squadra mi è piaciuta tantissimo. Di tutto il resto mi viene difficile parlare, perché giocare qui, su questo campo, è praticamente impossibile. Il fondo è disconnesso, il fango arrivava alle caviglie, ma si è visto il carattere della squadra e di questo sono estremamente contento. Oggi quello che più mi importava era tornare alla vittoria».

Sulla partita il tecnico nerazzurro non ha molto altro da aggiungere. L'analisi è fredda e condensata in pochi concetti. «La gara si è subito messa in discesa - riavvolge il nastro a velocità doppia Colantuono - , l'abbiamo sbloccata con Ruopolo, poi abbiamo avuto le occasioni per raddoppiare e nella ripresa siamo andati vicini altre volte al terzo gol con la traversa di Padoin, il tiro di Barreto. Nel finale dopo il loro gol abbiamo subito il ritorno del Portogruaro con qualche mischia in area e qualche tiro da fuori. Ma era importante vincere. È stata una buona partita e una vittoria di carattere»

Questa la partita vista sinteticamente dal mister, che però ci tiene soprattutto a fare una precisazione. «È successo un episodio spiacevole - si rabbuia l'allenatore romano -. Un noto quotidiano sportivo nazionale (Tuttosport, ndr) ha ripreso il giorno dopo la mia conferenza stampa del giovedì e ha stravolto il senso delle mie dichiarazioni, col titolo: "Colantuono attacca Bergamo". Cosa che non ho mai detto e che anzi non mi permetterei mai di dire».

«Il tono della mia conferenza era ben diverso. Ripeto: io non ho attaccato nessuno, ho semplicemente detto che non mi sono piaciuti alcuni insulti, arrivati peraltro da 6-7 tifosi, ma ho anche sottolineato come sia legato ai tifosi dell'Atalanta, quelli veri, dell'Atalanta. Io stavo analizzando la situazione con molta serenità e pacatezza, non ce l'ho con nessuno. E quando si distorce la realtà poi non bisogna meravigliarsi se poi i nostri tifosi mi mandano a quel paese».

Guido Maconi

© RIPRODUZIONE RISERVATA