Ferron: «Percassi una garanzia
L'Europa questione di tempo»

Fabrizio Ferron, 294 partite in 8 anni di Atalanta e ora preparatore dei portieri del Modena. Lunedì sera sarà sulla panchina degli emiliani. Ci racconta i segreti del Modena e parla anche di Percassi e del mondo nerazzurro che non ha mai dimenticato.

Fabrizio Ferron, 294 partite in 8 anni di Atalanta e ora preparatore dei portieri del Modena. Lunedì sera sarà sulla panchina degli emiliani. Ci racconta i segreti del Modena e parla anche di Percassi e del mondo nerazzurro che non ha mai dimenticato.

Innanzitutto che partita si aspetta?
«Sono sicuro che sarà una bella partita, bella anche da vedere. L'Atalanta è l'Atalanta, a noi piace giocare e non rinunceremo al nostro gioco: è grazie a questa mentalità se ora siamo tranquilli».

A meno tre dai playoff. Ci fate un pensierino?
«È bello essere lì, ma niente sogni: negli ultimi tre anni ci siamo salvati all'ultima giornata. Perciò pensiamo ad arrivare a 50 punti il prima possibile, consapevoli però che questa classifica ci permetterà di giocare sereni».

Giocando come?
«Non siamo strutturati per fare la guerra e non possiamo metterla sul piano fisico. Noi siamo rapidi, agili, tecnici, dobbiamo giocare a calcio per fare bene. L'Atalanta ha qualità e potenza fisica, se li prendiamo uno per uno non troviamo una falla, davanti ha quattro titolari e Doni è un valore in più. Ma cosa abbiamo da perdere? In fondo abbiamo messo in difficoltà tutti, big comprese».

Ma questo Pasquato è così bravo come dicono?
«Ha due piedi d'oro e calcia in modo incredibile: calcia quasi di collo pieno, la palla non gira ma scende di colpo. Deve solo rendersi conto delle potenzialità che ha ed essere più continuo e cattivo, ma poi ha tutto».

Lo consiglierebbe all'Atalanta?
«In una struttura consolidata come quella dell'Atalanta ci starebbe bene. Le qualità le ha».

È lui l'oro di Modena?
«Lui e Mazzarani sono i giocatori che lunedì possono rompere gli equilibri. Un altro poteva essere Signori che buttandosi tra le linee fa male, ma non ci sarà».

Nell'Atalanta?
«Mi gira la testa a fare i nomi, ne hanno talmente tanti...».

Atalanta o Siena per il primo posto?
«Ora dipende anche dal calendario. Ma l'Atalanta ha una rosa più completa. Si merita il primo posto, anzi gli manca anche qualche punto».

Da portiere a maestro di portieri: Consigli le piace?
«Difficile giudicare da lontano. Lui è in una botte di ferro in una squadra così, ma ci ha messo del suo. E il miglior metro di giudizio per un portiere è la continuità: se ce l'hai, vuol dire che stai facendo bene».

L'Atalanta in serie A dovrà cambiare tanto?
«Chi cambia tanto mi fa paura e non fa molta strada. Se hai una struttura solida come ce l'ha l'Atalanta, sono sufficienti 2-3 innesti giusti».

Lo sa che a Bergamo ci sono progetti ambiziosi: stadio nuovo, Europa...
«Ma la gente non deve avere l'ossessione di andare in Europa. Ci andranno perché è solo una questione di tempo. C'è Percassi che è la miglior garanzia per un futuro importante. Io lo conosco bene, è un rullo compressore, ha idee chiare e vincenti. Ed è sempre proiettato al futuro e per questo va veloce. A volte corre anche troppo forte. Come quell'anno con Guidolin...».

Quella volta però andò male.
«Si era affidato troppo ai cambiamenti e probabilmente si era fatto convincere a prendere Guidolin che ora è un ottimo allenatore mentre allora era un giovane con idee brillanti ma non adatte a quel gruppo. Ma sono passati 17 anni: oggi questi errori non verranno più fatti».

Ma una provinciale in Europa tra le grandi è ancora possibile come ai suoi tempi?
«Gli esempi di Udinese e Napoli insegnano: lo spazio c'è per tutti. Ma queste squadre sono state costruite negli anni, con innesti mirati stagione dopo stagione. Se programmi e lavori bene, in 3-4 anni puoi fare come Udinese e Napoli. E a me piacerebbe tanto rivedere l'Atalanta in Europa».

Guido Maconi

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