Nessun verdetto dallo Stelvio
Si decide nella crono di Milano

Il Giro d'Italia non ha emesso verdetti definitivi dopo le massacranti scalate del Mortirolo e dello Stelvio nella penultima tappa della corsa rosa. Si dovrà attendere l'esito della cronometro di domenica a Milano per sapere chi trionferà nella 95ª edizione.

E adesso può davvero succedere di tutto nella cronometro di domenica a Milano che concluderà il 95° Giro d'Italia. La 20ª e penultima tappa, la Caldes-Passo dello Stelvio di 219 chilometri, ultimo appuntamento con le grandi montagne, mette fuori gioco, per la vittoria finale, Ivan Basso e assai probabilmente Michele Scarponi, lascia in maglia rosa lo spagnolo Joaquin Rodriguez ma ribadisce come il reale favorito resti il canadese Ryder Hesjedal, che domenica partirà sul suo terreno, la crono, con soli 31" di svantaggio.

«Ora Hesjedal è il favorito per vincere il Giro - ha spiegato l'iberico della Katusha -. Non è che ho perso il Giro ma servirà un miracolo per vincere: Ryder ha fatto tantissima fatica sulle due tappe di montagna, come il sottoscritto, e per la cronometro ci sarà bisogno di tanta forza. Farò tutto il possibile per vincere il Giro, se non ci credi meglio non correre. Domani può succedere di tutto ed io ci lascerò la pelle nel tentativo di spuntarla».

Tra i due litiganti potrebbe inserirsi il terzo incomodo, l'eroe di giornata. Come il coniglio dal cilindro, dalle cime tempestose esce il nome di Thomas De Gendt: il belga della Vacansoleil esce allo scoperto sul tratto più duro del Mortirolo, riacciuffa Zaugg, che aveva scollinato per primo, e se ne va prima in compagnia poi tutto solo verso la Cima Coppi del Giro. 

Da segnalare la prestazione del generosissimo bergamasco Matteo Carrara, compagno di squadra di De Gendt, che - dopo aver brillato sul Mortirolo - sul lunghissimo falsopiano che conduce verso Bormio tira per dieci chilometri proprio per consentire a De Gendt di affrontare lo Stelvio nelle migliori condizioni.

Un'impresa vera e propria che permette al belga di salire al quarto posto della classifica a 2'18" da Rodriguez: il colpo di scena, a questo punto, non può essere escluso. In un sabato che ha visto Rabottini far incetta di Gpm per mettere in cassaforte la maglia azzurra, Guardini espulso per scia irregolare nonostante la punizione specifica non sia contemplata nei grandi giri e Cavendish perdere la maglia rossa di leader della graduatoria a punti, ora di Rodriguez, monta la polemica tutta interna alla Lampre-Isd.

Damiano Cunego, tra i protagonisti di questa faticosa cavalcata e secondo di giornata, non si ferma nel finale per aspettare il compagno (e capitano) Michele Scarponi, che provava a seminare Hesjedal, trovando poi la risposta adeguata di Rodriguez. Al traguardo il marchigiano ha la faccia cupa, il team manager Saronni getta acqua sul fuoco ma resta il dubbio di un errore tattico, non imputabile forse a Cunego, non nuovo però a correre senza rispettare le gerarchie (lo fece nel 2004, quando vinse il Giro alla faccia di Gilberto Simoni).

Arriva così l'ora della verità perché, a prescindere dall'entità di distacchi o vantaggi, una cronometro può sempre riservare delle grandi sorprese. Domenica il 95° Giro d'Italia farà scorrere i titoli di coda con l'attesissima prova contro il tempo sulle strade di Milano, per una 21ª e conclusiva tappa che di «passerella» ha proprio niente. I chilometri da percorrere sono 30, da Piazza Castello a Piazza del Duomo, con due rilevamenti, alla rotatoria di via Gallarate (Km. 10,1) e in Piazza 24 maggio (Km. 20,3). È una crono per autentici specialisti perché sul percorso non si ravvedono difficoltà se non quelle legate al fondo stradale e al feeling con la specialità.

Quanto ai corridori italiani, rischiano di restare giù dal podio ai piedi della Madonnina e ciò non avviene dal lontano 1995. Ivan Basso (Liquigas), quinto nella classifica generale a 3'18", è stato una delusione assoluta per  scarso spirito d'iniziativa e fallimentare condotta di gara.

Ordine d'arrivo
1. Thomas DE GENDT (Bel) in 6h54'41" (media 31,831 km/h)
2. Damiano Cunego (Ita) a 00'56"
3. Mikel Ituralde Nieve (Spa) a 02'50"
4. Joaquin Oliver Rodriguez (Spa) a 03'22"
5. Michele Scarponi (Ita) a 03'34"
6. Ryder Hesjedal (Can) a 03'36"
7. John Gadret (Fra) a 04'29"
8. Rigoberto Uran Uran (Col) a 04'53"
9. Luis Sergio Montoya Henao (Col) a 04'55"
10. Ivan Basso (Ita) s.t.
43. Matteo Carrara a 36'37"
75. Marco Pinotti a 39'30"

Classifica generale
1. Joaquin Oliver RODRIGUEZ (Spa) in 91h04'16"
2. Ryder Hesjedal (Can) a 00'31"
3. Michele Scarponi (Ita) a 01'51"
4. Thomas De Gendt (Bel) a 02'18"
5. Ivan Basso (Ita) a 03'18"
6. Damiano Cunego (Ita) a 03'43"
7. Rigoberto Uran Uran (Col) a 04'52"
8. Domenico Pozzovivo (Ita) a 05'47"
9. Mikel Ituralde Nieve (Spa) a 05'56"
10. John Gadret (Fra) a 06'43".
43. Marco Pinotti a 1h36'17"
96. Matteo Carrara a 3h17'46"

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