Il dramma dei paesi bergamaschi
La mappa con l’aumento dei decessi

A San Pellegrino e a San Giovanni l’aumento più consistente. In venti giorni in Bergamasca ha perso la vita l’1,45 per cento degli over 65.

Le valli bergamasche piangono. Non solo la Valle Seriana, che ha affrontato l’ondata più violenta del virus. Anche la Valle Brembana, lontano dai titoli dei giornali, sta pagando un prezzo molto alto. Per oltre un mese l’unico suono che ha attraversato le strade, da Zogno a Foppolo, è stato quello delle sirene delle ambulanze. Tutti si sono subito accorti che non era una semplice influenza, perché in troppi - soprattutto anziani - non riuscivano e non riescono ancora a vincere il coronavirus. Come nel resto della provincia, sono stati sindaci e medici di famiglia a lanciare l’allarme.

Ora sono i dati a confermare che l’ultimo mese di marzo è stato tragicamente unico nella storia della valle. L’indagine realizzata da L’Eco di Bergamo e InTwig, che hanno raccolto i dati dei decessi grazie alla collaborazione dei Comuni, mostra percentuali di crescita impressionanti. Alle prime 90 amministrazioni che hanno risposto se ne sono aggiunte altre 44, per un totale di 138 paesi che rappresentano quasi il 70% della popolazione.

Il dato consolidato rimane sempre lo stesso: nel mese di marzo in provincia di Bergamo sono morte 5.400 persone di cui 4.500 riconducibili a coronavirus, più del doppio rispetto ai duemila ufficiali monitorati da Regione Lombardia. Ma è con la lente di ingrandimento nei singoli Comuni che emergono i drammi delle piccole comunità. Meno rilevanti in termini assoluti. Sconvolgenti per le percentuali di aumento dei decessi rispetto al marzo del 2019. A San Pellegrino Terme si è passati dai 2 morti di un anno fa ai 42 di quest’anno. Una crescita del 2000%. Sì, con tre zeri. È la più alta in tutta la provincia. Più di Nembro, Albino e Alzano Lombardo.

Non meno spaventoso l’incremento a San Giovanni Bianco: da 2 a 41 decessi. 1950% rispetto a un anno fa. E anche Selvino, da 1 a 20, cresce del 1900%. L’unica zona della valle che sembra essere stata sfiorata dal Covid-19 è l’alta Valbrembana: Roncobello è l’unico paese in cui c’è stato un calo di decessi. Da due, l’anno scorso, a zero. Quasi tutti i paesi della provincia hanno percentuali sopra il 100%, quindi con i decessi più che raddoppiati rispetto a 12 mesi fa. Non si possono non segnalare anche Suisio e Spirano (1.400%), Boltiere (1.300%), Ponteranica (1.200%) e ancora Zogno, Calvenzano, Fonteno, Sarnico, Pedrengo.

Numeri confermati dalle stime dell’indagine, che evidenziano come la Valle Brembana abbia una percentuale di possibili contagiati molto simile alla Valle Seriana, intorno al 45% degli abitanti.

Esattamente la metà, il 22%, nell’Isola così come l’area di Seriate e del Grumellese. Si abbassa ancora di più, intorno al 18% in Valle Imagna e nell’hinterland a sud della città.

Grazie ai dati pubblicati da Istat, che fotografano la mortalità in alcuni Comuni della provincia di Bergamo fino al 21 marzo (la nostra indagine invece fino al 31) è possibile avere anche indicazioni sulle fasce d’età.

Nei 73 Comuni della Bergamasca riportati nelle anticipazioni Istat - come evidenziato da Matteo Cavallaro, analista di YouTrend - abitavano 162 mila persone sopra i 65 anni. In 21 giorni ne sono deceduti 2.361, l’1,45%. Se la stessa media fosse tenuta per tutto il resto dell’anno verrebbe a mancare un quarto della popolazione bergamasca con più di 65 anni. Per fortuna, almeno dall’andamento degli ultimi giorni, sembra che i decessi stiano diminuendo rispetto alla terza tragica decade di marzo.

La concentrazione d’età delle morti in eccesso rispetto a un anno fa è fortissima: sul totale di 2.043 rilevato da Istat fino al 21 marzo, 1.940 sono dovuti a cedessi supplementari tra gli over 65. Anche per fare luce su queste dinamiche, l’indagine lanciata da L’Eco continuerà nelle prossime settimane. Come spiegato anche dal professor Roberto Burioni in un’intervista pubblicata ieri, analizzare a fondo l’epidemia che ha sconvolto la provincia di Bergamo è fondamentale per capire su quali fondamenta costruire il futuro.

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