«Marisa era insieme a un non uomo»
Omicidio di Curno, il ricordo di Deborha

In piazza per la manifestazione dell’8 marzo Deborha Sartori ha ricordato la sorella Marisa, 25 anni, uccisa il 2 febbraio dall’ex marito.

«Un amore in cui credeva e che si è rivelata frutto di morte»: così Deborha Sartori ha ricordato la sorella Marisa, 25 anni, uccisa dall’ex marito nella notte tra il 2 e 3 febbraio a Curno nel garage sotto casa dei genitori. Anche Deborha quella notte è rimasta ferita nel tentativo di difendere la sorella maggiore dai colpi di coltello e dalla violenza di Ezzedine Arjoun. «Mia sorella era insieme a un non uomo» così ha definito Deborha l’ex marito e anche tutti gli uomini che si rendono protagonisti di violenze sulle donne. Lo ha fatto con la voce rotta dall’emozione ma anche rafforzata dal calore delle centinaia di persone presenti alla manifestazione dell’8 marzo promossa da «Non una di meno».

Deborha ha ripercorso il lungo calvario di un anno di inutili richieste d’aiuto, di tentativi della sorella di liberarsi di quello che ormai era il suo carceriere, un uomo con cui stava insieme per paura che potesse fare del male alla famiglia Sartori. «Bisogna capire e ascoltare le donne che hanno bisogno di aiuto – ha detto Deborha davanti a Palazzo Frizzoni parlando per la prima volta in pubblico dopo l’uscita dall’ospedale e la morte della sorella –. Guardate le vostre amiche e colleghe, guardatele negli occhi perché si vede che non stanno bene».

Ha poi ricordato la bella iniziativa del Comune di Curno che ha messo una panchina rossa per ricordare le donne vittime di violenza. «C’era tanta gente ma sono stati soprattutto i bambini a ricordare in un libro di pensieri Marisa – ha detto Deborha –. Mi sono rimaste impresse in particolare le frasi di due bambini. Una bimba che ha scritto: “Noi siamo femmine ma non ci meritiamo che ci facciate del male” e quella di un bimbo che ha scritto: “Io mi impegnerò da grande a non essere cattivo”. Non si nasce cattivi, si diventa. L’educazione inizia fin da piccoli, bisogna fare di più».

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