«Serve maggiore protezione sociale per le persone in condizioni di fragilità»

LA CELEBRAZIONE. Il Vescovo, monsignor Francesco Beschi, ha celebrato nel pomeriggio del 1° maggio la Messa al Mercato ortrofrutticolo della Celadina in occasione del giorno di San Giuseppe Lavoratore. Tra i temi toccati anche lo spreco alimentare. La sindaca: «Questo è il luogo della cooperazione e della solidarietà».

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Bergamo

«Avere un impiego oggi non è più condizione sufficiente per vivere in maniera dignitosa. Molte famiglie non reggono. È necessaria una protezione sociale sempre più avvertita dalle persone in condizione di fragilità». Sono le parole rivolte dal Vescovo, monsignor Francesco Beschi, ai molti presenti alla Messa del 1° maggio in occasione del giorno di San Giuseppe Lavoratore, parole che ricalcano, di fatto, quelle pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella solo pochi giorni fa. Sono state circa 300 le persone che hanno partecipato nel pomeriggio alla celebrazione eucaristica al Mercato ortofrutticolo di Celadina.

«Un luogo di lavoro, di incontro e denso di umanità che vogliamo riconoscere in questo anno particolare, l’anno del Giubileo», ha detto monsignor Beschi ai fedeli, ricordando il significato ancora maggiore che il pane e il vino dell’eucaristia acquisiscono in una sede come quella del mercato.

«Il cibo non è una merce»

«Il mercato – ha aggiunto monsignor Beschi – è un luogo in cui ciò che viene dalla terra finisce sulla tavola e diventa nutrimento, diventano beni e frutti per l’uomo e per tutti». Ma il cibo «non è una merce», ricorda il Vescovo, che tocca anche il tema dello spreco alimentare. «Uno spreco scandaloso», dice. Il suo pensiero va infine alle tante ingiuste vittime del lavoro: «Preghiamo perché il lavoro sia veramente umano, e lo sia per tutti», ha concluso monsignor Beschi.

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Presente anche la sindaca Elena Carnevali. «È il luogo dell’operosità, un’operosità che inizia presto, dalle prime ore del mattino per permettere poi che i frutti del lavoro della terra delle donne e degli uomini siano pronti per essere distribuiti nei nostri negozi di vicinato e per soddisfare le necessità delle persone – ha commentato –. Ed è un luogo di solidarietà e cooperazione, dove si fa in modo che il cibo non solo non venga sprecato ma diventi dispensa. È un luogo di giustizia. E anche di educazione, perché qui vengono le ragazze e i ragazzi delle scuole per imparare cosa vuol dire mangiare bene e sano».

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