Chiesa e nuove generazioni
Il dialogo passa anche via web

«La Chiesa, internet e i social network»: il primo convegno organizzato da Santalessandro, settimanale on line della diocesi, ha interessato un folto pubblico riunito in Sala Piatti, nonostante la serata «particolare» con l’Italia in campo per i Mondiali.

«La Chiesa, internet e i social network»: il primo convegno organizzato da Santalessandro, settimanale on line della diocesi, ha interessato un folto pubblico riunito in Sala Piatti, nonostante la serata «particolare» con l’Italia in campo per i Mondiali.

A introdurre l’incontro Antonio Giudici, presidente di Bergamo Editoriale, che ha ricordato come spunto iniziale che Papa Francesco ha definito internet «dono di Dio».

Il vescovo monsignor Francesco Beschi ha ringraziato i relatori per le riflessioni proposte e ha sottolineato come il nuovo settimanale della Diocesi sia posto in continuità con le esperienze precedenti, ma con la novità del mezzo, che diventa decisivo per il contenuto.

«Abbiamo intrapreso questa avventura - ha detto il vescovo - con l’ambizione di creare un nuovo dialogo tra Chiesa e giovani generazioni»; un aspetto particolare riguarda la possibilità di interloquire in modo diverso con i lettori rispetto alla classica «Lettera al direttore» di un mezzo di informazione cartaceo.

I due relatori, padre Giacomo Costa, direttore di «Aggiornamenti sociali», e don Antonio Sciortino, direttore di «Famiglia Cristiana», sono stati introdotti da Giorgio Gandola, direttore de «L’Eco di Bergamo», che ha ripercorso il grande cambiamento avvenuto nella comunicazione, con il web caratterizzato da velocità e globalità delle notizie, talvolta difficili da controllare.

Per padre Costa e don Sciortino internet e social network rappresentano una sfida che la Chiesa non può non cogliere, perché internet «non è uno strumento - ha detto padre Costa - ma un mondo da abitare, un Nuovo mondo da esplorare», che può veicolare una proposta di evangelizzazione.

«Non demonizzazione, non eccessivo ottimismo» è l’approccio necessario per don Sciortino, con attenzione ai rischi di appiattimento, di superficialità: «Non devono cambiare le regole del mestiere del giornalista, ovvero servire la verità e il lettore nel rispetto della dignità della persona».

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 21 giugno 2014

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