La chiesa dell’ospedale: una luce
E una speranza per la nostra città

La luce, come nelle grandi cattedrali gotiche. La luce, come nelle chiese italiane del Quattrocento. Il chiarore che piove dall’alto, il giorno che entra dagli oblò delle grandi pareti che sono come le finestrelle di una nave.

La luce, come nelle grandi cattedrali gotiche. La luce, come nelle chiese italiane del Quattrocento. Il chiarore che piove dall’alto, il giorno che entra dagli oblò delle grandi pareti che sono come le finestrelle di una nave.

E potrebbe ben essere l’interno di una grande arca la navata della nuova chiesa dell’ospedale, dedicata a San Papa Giovanni XXIII, che mercoledì 25 giugno è stata consegnata alla città con un convegno presieduto dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Genova.

Una grande arca di luce che solca il mare della sofferenza, portata dalla forza della speranza. Lo ha detto il vescovo Francesco Beschi: questa chiesa, questo luogo di preghiera e di raccoglimento si trova sulla soglia. Sulla soglia dell’ospedale, sulla soglia della città. Sulla soglia delle vite di tante persone, di tante relazioni che qui si incontrano, si scambiano, si aiutano. I pazienti, le famiglie, gli amici, gli infermieri, i medici, gli amministratori... L’ospedale e la città. E il cielo sopra ciascuno di noi, il cielo sopra la chiesa sul cui soffitto si apre un lucernario studiato per dare all’unica navata una luce dolce come una carezza, chiarore di serenità.

«Un luogo, una carezza nel tempo della sofferenza» era il tema del convegno che ieri ha aperto la nuova chiesa (la consacrazione avverrà il prossimo 11 ottobre, anniversario dell’avvio del Concilio). Il convegno è stato condotto da Max Pavan, giornalista di Bergamo Tv, davanti a un pubblico composto da pressoché tutte le autorità cittadine, a cominciare dal neosindaco Gori che sfoggiava una lucente fascia tricolore e dal prefetto, Francesca Ferrandino. In platea, oltre al cardinale Bagnasco e al vescovo Beschi, monsignor Maurizio Gervasoni, vescovo di Vigevano, monsignor Lino Belotti, vescovo emerito di Siena, monsignor Gaetano Bonicelli, arcivescovo emerito di Siena. Insieme a loro gli architetti progettisti e gli artisti che hanno lavorato nella chiesa.

Leggi le due pagine dedicate all’argomento su L’Eco di Bergamo del 26 giugno

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