Delta Index
Venerdì 12 Settembre 2025
Giovani in azienda? «Non serve essere pronti, serve essere preparati»
CAPITALE UMANO. Andrea Pontremoli, Ceo di Dallara e presidente della Motor Valley, nella settimana puntata della sua video-intervista all’Osservatorio Delta Index ribalta una convinzione diffusa: i giovani non devono essere «pronti», ma preparati
Un giovane che entra in azienda deve essere più “pronto” o più “preparato”? È da qui che parte la settima puntata della videointervista ad Andrea Pontremoli, ceo di Dallara e presidente della Motor Valley, realizzata con l’Osservatorio Delta Index.
Pontremoli non ha dubbi: «Deve essere preparato». Ma la sua risposta non è una formula accademica, piuttosto un ribaltamento di prospettiva che chiama in causa il modo stesso di concepire il lavoro e l’ingresso dei giovani in azienda. «Per essere pronti bisogna sapere due cose: che cosa e quando. Stasera andiamo a cena alle 8: so cosa e quando. Ma oggi viviamo in un mondo in cui non sappiamo nessuna delle due cose. Non so cosa succederà fra dieci minuti: se Trump mette un nuovo dazio, se scoppia una guerra, se la Cina fa un embargo. Ecco perché serve preparazione, non prontezza».
La sfida delle aziende
Non si tratta solo di un appello ai ragazzi. «Anche le aziende devono essere preparate – continua Pontremoli –. Io non so come l’intelligenza artificiale cambierà il mio modo di lavorare fra sei mesi. E quindi ho bisogno di persone preparate che mi aiutino a costruire una cosa che ancora non so». Una sottolineatura che vale anche per i manager e per i lavoratori già inseriti: «Non è vero solo per i giovani, ma per chiunque. Essere pronti significa avere tutto pianificato, ma se poi qualcosa cambia non sai cosa fare. Essere preparati vuol dire saper affrontare anche l’imprevisto».

(Foto di Gian Vittorio Frau)
Il ragionamento si collega direttamente al cuore delle analisi del Delta Index, che nelle ultime settimane ha fotografato come le imprese italiane fatichino soprattutto sul fronte della formazione e dell’onboarding: solo il 9% delle aziende organizza un percorso strutturato per i nuovi assunti. La preparazione, insomma, è il tallone d’Achille, ma anche la chiave per rendere le imprese più attrattive agli occhi della Generazione Z.
Caos come opportunità
Pontremoli, con il suo stile diretto, sintetizza il contesto globale con due parole: velocità e incertezza. «Oggi ci sono due cose verissime: la velocità con cui accadono i fatti e l’incertezza. L’abbinamento di velocità e incertezza, in matematica, si chiama caos. Ecco, noi italiani siamo fantastici a gestire il caos. Per noi è normale che le cose non funzionino, siamo abituati a gestire l’imprevisto. A volte lo facciamo anche quando non ce n’è bisogno, ed è un errore. Ma se a questa attitudine naturale aggiungiamo un minimo di metodo, allora non ci ferma nessuno».
Un’affermazione che riecheggia quanto già emerso nella sesta puntata, quando Pontremoli raccontava di aver affidato a 14 neolaureati un progetto che tutti consideravano impossibile: «Loro non sapevano che era impossibile e l’hanno fatto». Un esempio lampante di come la freschezza, la curiosità e la mancanza di barriere mentali possano trasformarsi in energia innovativa.
Un filo che unisce tutte le puntate
Dalla prima videopillola in avanti, il filo rosso rimane lo stesso: i giovani non sono un “problema da gestire”, ma una risorsa da valorizzare e accompagnare. Non serve proteggerli dagli errori, diceva Pontremoli, serve camminare al loro fianco. Nella quinta puntata aveva paragonato il trattenere i ragazzi a un matrimonio: «Ogni giorno bisogna riconquistare la persona che si ha accanto». Oggi aggiunge un tassello ulteriore: non cercare ragazzi “già pronti”, ma puntare sulla loro preparazione dinamica, quella che permette di navigare in acque incerte senza paura.
È un messaggio che parla alle imprese e ai giovani insieme. Alle aziende ricorda che l’onboarding, la formazione e il clima organizzativo non sono orpelli, ma strategie vitali per sopravvivere in un mercato in continuo mutamento. Ai ragazzi dice che il futuro non chiede risposte preconfezionate, ma disponibilità a imparare, ad adattarsi, a crescere.
Per approfondire il tema del rapporto tra AZIENDE e GENERAZIONE Z collegarsi al sito dell’Osservatorio Delta Index
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