«A Cordoba studio i budget per la Continental. Spagna, casa mia»

«La passione per i viaggi faceva già parte di me, prima ancora che ne potessi essere cosciente». Si racconta così Nicholas Poloni, 32enne cresciuto in Alta Valle Seriana, tra Clusone e Rovetta, e oggi residente a Madrid. Figlio di un pilota di aerei, ha scoperto ben presto la bellezza di viaggiare.
«Mio padre era pilota – racconta – e mia madre lo ha sempre seguito e portato sia me sia mio fratello in giro per il mondo. Viaggiare faceva già parte del mio dna; è stato quindi semplice cogliere le opportunità di studi all’estero. Danimarca, ad Odense prima, per terminare gli studi della magistrale in Economia e commercio, e in Spagna a Cordoba, successivamente, per non farmi sfuggire l’esperienza Erasmus. Ero in Danimarca, e lì avevo la possibilità di interfacciarmi con una cultura internazionale e con diversi sbocchi professionali, ma dentro di me sentivo che lì non sarei stato bene».

«Ero entusiasta di tornare a Milano, per il classico stage prima di iniziare la mia esperienza nel mondo del lavoro, ma poi - perchè nella vita ci sono sempre i “ma” -inaspettatamente l’Erasmus a Cordoba ha cambiato tutte le convinzioni che avevo. Proprio a Odense avevo iniziato a frequentare una ragazza, indovina? Spagnola! È stata quindi una scelta completamente guidata dal cuore: innamorato della cultura, del flamenco e di una spagnola mi sono trasferito a Madrid nell’aprile 2015» ricorda Nicholas Poloni. La storia d’amore poi è finita ma l’amore per la terra iberica no.

«Contabile» per la Continental

Anni durante il quale sono cambiate molte cose per il 32enne. «Negli anni qui a Madrid sono cambiate tante cose nella mia vita, vivo molto il presente e non penso mai di mettere una data di fine alla mia quotidianità – racconta –. Nel momento in cui accadrà vedrò che nuovi inizi dare. Non avevo nessuna aspettativa in particolare, avevo la conferma di trovarmi dentro una cultura dove stavo bene e potevo sentirmi a mio agio. Per me è stato facile capirlo, il cuore mi diceva che stavo facendo la cosa giusta, è stato difficile invece spiegarlo a mia madre che in una telefonata mi disse: “E quindi stai rinunciando a Milano per trasferirti in un paese che ha un tasso di disoccupazione giovanile che supera il 50%?”. Era il 2015 e in realtà come darle torto, ma oggi penso che se non sono tornato in Italia o se non ho esplorato nuovi paesi allora, forse, le aspettative che avevo sono state più che ripagate. Attualmente lavoro presso Continental, multinazionale tedesca nel settore automobilistico, e mi occupo del controllo di gestione, di budget, degli obiettivi aziendali, della redditività dei vari prodotti e delle varie divisioni del gruppo. Per semplificare direi il “contabile” ma realmente non è così, faccio esattamente ciò per cui ho studiato».

«Il migliore amico in Australia»

Fare rientro in patria? Per il momento Nicholas non sa ancora ciò che gli riserverà il futuro. «Molti dei miei amici d’infanzia – sottolinea – sono sparsi in giro per il mondo. Il mio migliore amico, per esempio, attualmente si trova in Australia e spesso quando ci sentiamo su Skype ci ritroviamo a riflettere su quanto, a un certo punto, sarebbe bello incrociare nuovamente le nostre strade. Il futuro oggi mi dice che forse Madrid non è la destinazione finale pur essendo sempre il luogo che posso chiamare casa. Ma voglio essere un po’ romantico, casa è dove sono gli affetti e magari nei prossimi anni, se i miei affetti dovessero tornare in Italia, potrei farci un pensierino sull’idea di rimpatriare».

Casa è dove ci sono gli affetti

«Dopo tanti anni fuori ciò che manca di più è la famiglia, a volte può pesare dover prendere un aereo per vedersi – spiega –. Magari potrei avvicinarmi un po’ per essere più vicino: non riuscirei mai a tornare a Bergamo, mi starebbe troppo stretta, e cercherei una città come Milano o Roma, per continuare a sentirmi come qui a Madrid. Una delle più grandi capitali europee. La gente qui è famosa per essere molto aperta e socievole, forse dato dal fatto che tutti veniamo da fuori e ci ritroviamo nella stessa situazione, di dover cominciare una vita in un posto diverso da quello in cui sei cresciuto. Infatti qui è quasi impossibile trovare qualcuno che sia originario di Madrid al 100%. Adoro i ritmi di vita, apprezzo la possibilità di spostarmi liberamente, sia per servizio di trasporto pubblico che privato tra car sharing, taxi e simili. Infine adoro il venerdì. Perchè? Il venerdì gli uffici chiudono alle 15, dandoti la possibilità di godere di mezza giornata in più di weekend».

Parecchie le differenze tra le due nazioni secondo il giovane bergamasco.«A parer mio – conclude – ci sono diverse cose che differenziano Spagna e Italia. Qui il sole va via più tardi e hai sempre l’impressione di poter sfruttare la giornata, anche dopo molte ore di lavoro. Decisamente diversa da Odense, dove alle 18 di sera era già completamente notte. Non piove quasi mai ed è una città viva che ti dà sempre opportunità ed esperienze in qualsiasi momento. Qui tutto è posticipato di qualche ora: è normalissimo entrare in un ristorante per cenare alle 23. Certe cose poi faccio fatica a riconoscerle, perché ormai mi sono totalmente ambientato e in quanto ad abitudini posso essere considerato uno spagnolo a tutti gli effetti».

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected] .

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