Il flixbus a Dresda per Sebastian, la nascita di 2 bimbe e il mondo delle api

LA STORIA. Maria Cristina Faccini, in Sassonia dal 2020 per amore. La cura delle api, il blog e un libro sul tema per bambini: «Dal posto fisso alla vita nella natura: il sogno è realtà».

Quando per cambiare vita basta un’ape. O meglio: una passione. Piccola, operosa, luminosa come solo una passione può essere quando arriva all’improvviso e spalanca una porta. Maria Cristina Faccini, per tutti semplicemente Cristina, vive in Sassonia, Germania da ormai 5 anni, ma è nata nel 1991 ad Albano Sant’Alessandro. Un nome che racconta di viti e colline, di radici forti, di famiglie che si salutano ogni mattina con un bacio sul portone e un «a stasera». Cresciuta lì con la concretezza gentile della provincia bergamasca e una curiosità mai sazia per le lingue e il mondo.

«Ho studiato ragioneria a indirizzo linguistico al Lorenzo Lotto di Trescore. Inglese, francese e dallo spagnolo mi sono fatta conquistare dal terzo anno in poi». È con lo spagnolo e l’inglese che approda poi alla triennale in lingue in Città Alta, seguita dalla magistrale in Lingue moderne per la cooperazione internazionale. Si laurea il 21 marzo 2016: la primavera le porta in dote un nuovo inizio e una prospettiva aperta su un mondo che aveva solo sfiorato. Il mondo del lavoro la accoglie subito. Prima lo stage alla Brembo, poi l’assunzione a tempo indeterminato in SystemPlast, a Telgate. È lì che inizia una carriera nel customer care che le permette di usare le lingue studiate con dedizione, parlando ogni giorno con clienti da ogni angolo del mondo. Ma anche lì, dove tutto sembra perfetto, qualcosa comincia a farsi sentire.

Quel flixbus per Dresda

«All’inizio non ci potevo credere - ricorda -. Un contratto a tempo indeterminato, clienti internazionali, un team bellissimo. Ma poi ho iniziato a sentirmi strana. Come se stessi percorrendo una strada che non era la mia, solo perché ci si aspettava che la prendessi». La vita sembra tracciata, eppure qualcosa dentro comincia a spingerla altrove. Lascia il compagno di allora, con cui stava progettando una casa. Si ascolta davvero per la prima volta. È qui che entra in scena lui: Sebastian. Collega tedesco della logistica, mai incontrato di persona, ma con cui condivide chiamate di lavoro sempre più dense di umanità. «All’inizio erano solo dubbi sulle spedizioni, poi battute, confidenze, messaggi. Finché mi sono detta: perché aspettare? Era un giovedì di settembre del 2018 e ho preso un volo per Berlino, senza dirgli nulla. Gli ho mandato un audio: “Ti ricordi quando mi dicevi di ascoltarmi? Ecco, sono all’aeroporto di Berlino e sto per prendere un flixbus per Dresda. Mi verresti a prendere in stazione?”».

Come in un film

Una scena da film, certo. Ma tutto vero. Quel primo abbraccio alla stazione è la promessa di un amore che crescerà con calma e forza. Sebastian, cresciuto con i nonni nella natura sassone, passa le sue giornate in ufficio e le sue sere tra le api. E Cristina, che da piccola aveva paura dei ragni, si ritrova incantata da quegli insetti che non pungono, ma costruiscono. «Mi si è aperto un mondo. Era come se quelle api mi sussurrassero qualcosa che non avevo mai avuto il coraggio di ascoltare». Nel 2020, accetta una posizione nella sede tedesca della sua azienda e si trasferisce. Un nuovo inizio, a mille chilometri da casa, con il cuore pieno e le valigie cariche di coraggio. Ma la pandemia cambia tutto. «Mi sono ritrovata isolata, senza contatti, senza amici. Il tedesco era una barriera che non riuscivo a scavalcare. Io che parlo quattro lingue, lì mi sentivo muta. Guardavo la tv e mi prendeva l’ansia. Intanto a Bergamo l’ospedale di Seriate era in trincea. Mia madre ci lavorava. Avevo il cuore in due». Eppure, anche in mezzo al buio, qualcosa fiorisce.

La casa, le figlie, il blog

Insieme a Sebastian, costruisce il proprio rifugio, letteralmente: trasformano il sottotetto della casa dei nonni in una mansarda fatta di legno, fatica e amore. Lavorano con le mani, progettano con la testa, costruiscono con il cuore. E tra quelle mura ora crescono le loro figlie: Maya, nata nel 2022, e Gaia, arrivata nel marzo del 2025. Le api diventano sempre più presenti, concrete, luminose. Un mondo che Cristina decide di raccontare. «Ho aperto un blog, www.gaeblini.com, per parlare di api, apicoltura e prodotti dell’alveare. Scrivo io tutti i testi, in italiano, inglese e tedesco. È una finestra sul nostro apiario, ma anche su ciò che abbiamo costruito. Raccontiamo chi siamo, cosa facciamo. Lo facciamo anche sui social, sotto l’hashtag #gaeblini (Gaeblini letto “gheblini”, sarebbe la fusione dei nostri cognomi “Gaebler” e “Faccini”)».

Il libro per i bambini sulle api

E poi un libro, nato dal suo essere mamma e dalla fatica di trovare testi adatti ai bambini: «Il mondo giallo e nero di Maya», edito a marzo, racconta la magia delle api con parole semplici e illustrazioni delicate. Cristina sorride nel parlarne, perché raccontare ai più piccoli è un atto di fiducia nel domani. «Mi piace aiutare gli altri, mi piacciono le api, mi piace scrivere. Ho solo unito i puntini. Non sarà convenzionale, ma è autentico». La vita in Germania è fatta di boschi, natura, educazione nordica: «La mia bimba di quasi tre anni all’asilo fa veramente tante attività nella natura, stanno fuori in cortile tutto l’anno e con qualsiasi tempo atmosferico, fanno attività originali o comunque attività che li responsabilizzano già in tenera età nel loro piccolo, forgiando il loro carattere, esaltandone i punti di forza e seguendone le inclinazioni», parchi giochi curati e ostetriche che visitano a casa ogni settimana. Ma anche di pane e affettato come cena in ospedale dopo il parto.

Il sogno di un casolare

«In Italia il cibo è cultura. Non solo gusto. È scegliere gli ingredienti, preparare con calma, sedersi e godere del momento. È un’altra cosa». Cristina e Sebastian tornano in Italia un paio di volte l’anno, e i genitori li visitano almeno una volta all’anno. Ma la nostalgia è compagna silenziosa, soprattutto da quando sono nate Maya e Gaia. «Mi dispiace non poter condividere il quotidiano con i miei genitori. Ma siamo sempre in contatto, una video-chiamata al giorno è sacra. Mia mamma e mio papà, mio fratello, mia cognata e i due nipotini, le mie amiche: sento il loro affetto ogni giorno» racconta. Il futuro? È già in costruzione. Letteralmente. Cristina e Sebastian sognano un casolare nella campagna bergamasca. Un luogo dove vivere e lavorare come apicoltori a tempo pieno. Dove accogliere bambini, scuole, famiglie. Dove organizzare laboratori, aperitivi, giornate tra le arnie. «Il senso di pace che proviamo quando siamo con le nostre api è la bussola. Ci fa capire che è questa la strada. Il mio lavoro d’ufficio mi ha insegnato tanto, ma non è il mio futuro. Mentre una giornata in apiario vola. Non è solo un mestiere, è un’arte. Le api sono un superorganismo: ognuna lavora per il bene comune. Nessuno sbuffa, nessuno si lamenta. Cooperano. È bellissimo. E infine, ma non meno importante, senza manco rendersene conto, sostengono la biodiversità con il loro ruolo di impollinatrici. Come non si può rimanerne affascinati?».

Bergamo senza confini

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].

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