Nuova Caledonia, il Console onorario tifa per l’Atalanta. «Bergamo nel cuore»

LA STORIA. Riccardo Baroni, di Villa d’Almè ma cresciuto in Svizzera, è stato nominato cavaliere per il suo impegno in Oceania. «Sono giunto qui per una gara di bici e rimasto per amore».

Il legame con le sue radici è più forte della distanza, delle dieci ore di fuso e oltre venti di volo, con almeno un paio di scali, che lo separano dalla Bergamasca. Tanto che a volte, per azzerare quel sentimento di lontananza che respira dall’altra parte del mondo, gli basta prendere la bicicletta e pedalare immerso nella natura, per sentirsi in sintonia con le proprie origini.

Riccardo Baroni, sessantacinquenne tecnico informatico in pensione originario di Villa d’Almè, è il Console onorario d’Italia in Nuova Caledonia, territorio francese nell’Oceano Pacifico, dove regna una natura mozzafiato. In questa terra remota fatta di foreste rigogliose, acque cristalline e spiagge color borotalco ci ha messo piede per la prima volta da giovane, per disputare una gara di ciclismo, salvo poi decidere di rimanervi per amore.

Il titolo di cavaliere

Nel cuore dell’Oceania il bergamasco Baroni è diventato un’istituzione, visto che da oltre 20 anni si spende come punto di riferimento per la comunità italiana e proprio per il suo impegno per la cooperazione internazionale è stato recentemente insignito dell’Ordine della Stella d’Italia nel grado di cavaliere.

L’onorificenza, consegnatagli dal Console generale d’Italia a Parigi, Jacopo Albergoni, durante la cerimonia istituzionale nella capitale francese alla quale ha partecipato anche la sindaca di Villa d’Almè, Valentina Ceruti, è segno del riconoscimento della Repubblica italiana «per aver affrontato con grande efficacia ed eccezionale umanità numerose situazioni di criticità agendo nel massimo interesse della comunità italiana e per aver saputo intessere rapporti di stretta collaborazione e fiducia con le autorità locali».

L’impegno per i connazionali

Il riferimento è soprattutto ai disordini del 2024, quando il Console onorario si è distinto per il supporto e il sostegno dato agli italiani in Nuova Caledonia. «Non è stato un periodo facile, ho cercato di fare del mio meglio, ascoltando i bisogni della comunità e i sentimenti della gente – racconta il Console Baroni –. Siamo la seconda comunità straniera europea più grande, dopo quella francese, e proprio per questo negli scorsi anni ho promosso la realizzazione di un documentario (disponibile su YouTube, al link https://youtu.be/zgdpO_QvzOs ndr) sulla presenza italiana che è parte integrante della vita sociale e culturale in Nuova Caledonia. Quando sono andato a Parigi per relazionare circa i disordini del 2024 l’allora Console generale italiana, Irene Castagnoli, mi ha comunicato la sua intenzione di propormi come cavaliere. Questo riconoscimento, per cui sono molto grato, è davvero un grande onore. La Nuova Caledonia, mia seconda casa, è una terra magnifica e remota nell’Oceano Pacifico, con un sole e un clima fantastici – racconta il Console onorario –. Noumea, la capitale, è una bella città ma il volto più autentico della Nuova Caledonia si trova fuori dai circuiti battuti dai turisti, nei villaggi abitati dalla popolazione locale e negli angoli in cui regna la natura più selvaggia».

Giovane emigrante in Svizzera

Classe 1959, originario di Villa d’Almè, Baroni ha lasciato la Bergamasca da giovanissimo, emigrando in Svizzera insieme ai genitori.

«Papà lavorava nei cantieri a Ginevra – ricorda il Console –. Sono cresciuto in Svizzera, dove ho studiato, ma d’estate tornavo sempre a casa, dai nonni a Bruntino, mantenendo forte il legame con le mie radici bergamasche, con il dialetto e con la cultura contadina, tutti aspetti che ancora custodisco orgogliosamente come un valore. I miei, da veri bergamaschi, mi hanno insegnato l’importanza della famiglia, del lavoro, delle tradizioni e dei sacrifici. Ancora oggi che vivo da decenni in Oceania sono profondamente legato all’Italia e alle mie radici, che conservo con affetto e orgoglio, tanto da non aver mai voluto richiedere un altro passaporto rispetto a quello italiano».

«Quando riesco vado allo stadio a vedere l’Atalanta. Esco spesso in bici a Selvino, alla Roncola, al lago d’Iseo o alla Madonna del Ghisallo che per me è simbolo di rispetto e passione per il ciclismo. Altrimenti pedalo per le strade della Nuova Caledonia, immerse nella natura, dove mi sento in sintonia con le mie origini orobiche»

«Ho Bergamo nel cuore e l’Atalanta è il mio grande orgoglio – prosegue il Console onorario –. Anche qui, in Nuova Caledonia, tutti conoscono Bergamo, per i freni Brembo, l’acqua San Pellegrino e soprattutto la nostra Atalanta, una piccola squadra di provincia capace di grandi imprese, come la vittoria dell’Europa League. Torno spesso a casa, circa una volta all’anno. Ed è sempre bello poter incontrare la famiglia, gli amici, i compaesani. Quando riesco vado allo stadio a vedere l’Atalanta. Esco spesso in bici a Selvino, alla Roncola, al lago d’Iseo o alla Madonna del Ghisallo che per me è simbolo di rispetto e passione per il ciclismo. Altrimenti pedalo per le strade della Nuova Caledonia, immerse nella natura, dove mi sento in sintonia con le mie origini orobiche».

In bici con il mito di Gimondi

Proprio la passione per la bicicletta ha portato Baroni dall’altra parte del mondo: «Sono diventato ciclista, con il mito del nostro Felice Gimondi da Sedrina, e da giovane gareggiavo a un buon livello in Svizzera – racconta il Console sfogliando l’album dei ricordi –. A 19 anni ho partecipato al giro di Nuova Caledonia, dove ho conosciuto la mia futura moglie Nicole. All’inizio lei mi ha seguito in Svizzera, poi, nel 1983, dopo la nascita della nostra prima figlia (di tre ndr), abbiamo deciso di tornare in Nuova Caledonia, dove negli anni ho ospitato tanti ciclisti, tra cui il mito e campione Gianni Bugno senza dimenticare Ivan Gotti di San Pellegrino, doppio vincitore del Giro d’Italia. Nel 2002 ho accettato la proposta di diventare Console Onorario d’Italia a Noumea, cercando di fare del mio meglio per gli italiani, che qui sono particolarmente radicati ed integrati».

«Ho il cuore diviso a metà tra Bergamo e la Nuova Caledonia. E amo stare tra la gente, con il popolo: è il mio stile e penso che anche nell’attività di Console il contatto umano sia determinante»

Un impegno che l’ha portato fino all’ottenimento del titolo di cavaliere: «Lavoro per la cooperazione internazionale con le istituzioni locali e per la fratellanza tra i nostri popoli – entra nel merito il Console Baroni –. Cerco di promuovere la cultura italiana. E sono anche ospite di trasmissioni locali per parlare dello sport italiano e farlo conoscere anche qui. Come Consolato promuoviamo momenti d’incontro per gli italiani, ad esempio in occasione delle festività. Ho il cuore diviso a metà tra Bergamo e la Nuova Caledonia. E amo stare tra la gente, con il popolo: è il mio stile e penso che anche nell’attività di Console il contatto umano sia determinante».

Bergamo senza confini

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].

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