A 70 anni se n’è andato Armando
La Valle perde il suo Babbo Natale

Armando Raineri non era certo il tipo da passare inosservato. La sua barba bianca, i modi gioviali e il grande impegno nel mondo del volontariato lo identificavano immediatamente, nella sua Casazza.

Un’infezione, non il Covid-19, l’ha portato via a 70 anni il 26 marzo e a nulla sono valsi i tentatiti dei sanitari al «Bolognini» di Seriate: purtroppo la malattia gli è stata fatale. Lascia la moglie Ornella, i due figli Marco e Sara, e un’intera comunità che lo piange. I funerali saranno celebrati domani nella chiesa parrocchiale di Casazza.Operaio di professione a Dalmine, poi a Casazza e a San Paolo d’Argon prima di mettersi (per così dire) a riposo, Raineri era uno dei pilastri della Protezione civile locale Ana, con cui aveva girato mezza Italia a portare soccorso e, insieme, il suo senso dell’umorismo. «Armando era una persona che non si tirava mai indietro. Faceva parte del gruppo da quando si era costituito nel 2005 – spiega il caponucleo Emanuele Barboni – Io sono entrato in Protezione civile perché lui mi convinse. Era stato al campo Globo dopo il terremoto a L’Aquila. A Rocchetta di Vara, dove era impegnato per l’alluvione del 2011, quando siamo scesi per portare gli auguri natalizi, gli abitanti lo salutavano e avevano un ottimo ricordo di lui e di Giorgio Valenti, scomparso un anno fa. Era gioviale e si faceva voler bene da tutti con i suoi scherzi o con i travestimenti».

Il più famoso dei suoi costumi era quello di Babbo Natale. In tutta la Val Cavallina prendeva parte a eventi, feste, celebrazioni con il vestito rosso orlato di bianco. «Si lasciava crescere la barba per arrivare a dicembre ad averla delle giuste dimensioni – prosegue Barboni –, poi a gennaio se la tagliava».

A Monasterolo dava una mano alla «Porchet Fest» e alla «Sagra del bollito», dove la sua specialità erano la grigliate, mentre, ancora a Casazza, per anni ha mantenuto il parco di Mologno, si dava da fare nell’associazione Vivi il tuo paese e nella banda (non da musicista). «È stato un donatore dell’Avis storico – riferisce il vicesindaco Renato Totis – fino a quando non ha dovuto smettere per limiti d’età».

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