Bergamo, il conto del verde pubblico è sempre più salato: 7 milioni nel 2021

L’assessora Marzia Marchesi fa il punto su un patrimonio che supera i 2 milioni di metri quadri.

Anche chi snobbava il giardinetto pubblico sotto casa lo ha scoperto come fonte di ossigeno e di svago durante la pandemia, soprattutto quando gli spostamenti erano limitatissimi. Su spinta di questo bisogno emergente, l’assessore al Verde pubblico Marzia Marchesi ha attrezzato i parchi, trasformandoli anche in aule scolastiche open air. Senza tralasciare la manutenzione: una continua rincorsa alle chiome invadenti ma anche agli atti vandalici, su oltre 2.200.000 metri quadri di aree verdi pubbliche da tenere in ordine, per un costo di 2 milioni e 850 mila euro a cui si aggiungono opere straordinarie per oltre 4 milioni di euro sul 2021 (altri 4 milioni erano stati investiti sul 2020 e qualche intervento è ancora in corso), per un totale che sfiora i 7 milioni.

Con la pandemia, come è cambiato l’utilizzo dei parchi da parte dei cittadini?

«Abbiamo notato una forte presenza delle famiglie ma anche delle associazioni, comprese quelle sportive, che per diversi mesi non hanno potuto svolgere le loro attività e che hanno poi deciso di utilizzare i parchi. Per le scuole e i bambini è stato fondamentale fruire del verde pubblico, grande è stato l’impegno per adeguare gli spazi, realizzando anche giochi a terra individuali da utilizzare anche in emergenza pandemica senza essere per forza sanificati».

Una presenza maggiore ha portato anche a più segnalazioni?

«Sicuramente sì. Gli utenti fanno presente eventuali disguidi, ma anche sovraffollamenti. Penso al parco Locatelli dove si era creato un problema perché era diventato un’area cani, generando una contrapposizione con gli utenti abituali. Questa situazione di emergenza richiede in generale più manutenzione e presenza».

Già la scorsa estate, con le misure di sicurezza allentate e la presenza dei ragazzini nei parchi, si era assistito ad atti vandalici sugli arredi, giochi e recinzioni. Ne registrate ancora?

«Lo scorso anno sono stati tantissimi. Durante l’inverno il fenomeno si è ridotto e al momento la situazione è stabile».

E rispetto a presenze moleste, spaccio e senza fissa dimora, avete rilevato particolari criticità?

«Non ci sono segnalazioni di spaccio nei parchi della città. Rispetto alle presenze moleste neanche. In alcuni parchi ci sono persone senza fissa dimora, ma non creano disturbo ai cittadini».

Nelle linee di mandato ha previsto una rete dei parchi, per creare un continuum verde dentro la città. A che punto siete?

«Servono risorse che stiamo individuando. Il primo intervento riguarderà l’interconnessione nord e ovest, da Valtesse a Redona. Grazie al progetto “Spazi_ARE” (15 milioni di euro a disposizione, con intervisti previsti a Conca Fiorita, Valtesse e Monterosso, ndr), tramite la Greenway e i parchi collegheremo l’imbocco della val Seriana con la val Brembana».

Avete pensato alla segnaletica? Perché a volte i percorsi ci sono ma non si trovano.

«È vero. Un errore in questo senso è stato fatto nel progetto di connessione dei 7 parchi a Boccaleone. Ma per le interconnessioni verdi in programma, sarà studiata una segnaletica ad hoc».

E la parte sud della città? Dove e come i parchi faranno da strada verde?

«Con il Parco ovest 1 si realizzerà ad esempio la passerella ciclopedonale sopra la circonvallazione, che sarà fondamentale per mettere in connessione la città con la Grumellina. È un tema su cui sto lavorando insieme al collega Stefano Zenoni (alla Mobilità, ndr).

Come va la collaborazione con i cittadini, la cosiddetta «cittadinanza attiva»?

«I cittadini si fanno avanti, spesso temono di non essere sufficientemente preparati. Noi concediamo margine di errore, chiediamo però costanza».

Ai cittadini si possono chiedere piccole manutenzioni, ma il grosso è in carico al Comune. E con i nuovi parchi, ceduti come standard da chi costruisce, i costi inevitabilmente salgono.

«Ne siamo consapevoli, penso al Parco ovest 1 e 2, progetto molto bello e soddisfacente, il contro della medaglia sono i costi per la manutenzione. Ho già parlato con l’assessore al Bilancio (Sergio Gandi, ndr), sarà necessario incrementare le risorse, sia dal punto di vista dei finanziamenti che del personale. E poi bisogna uscire dal concetto di progettazione “classica” del verde».

Cosa intende?

«Non tutti i parchi devono avere aiuole perfette e vialetti in ghiaietto. L’obiettivo è creare anche zone boscate e umide, dove la natura si autogestisce. Così si sviluppa anche la biodiversità di cui tanto si parla ma che a volte da fastidio».

In che senso?

«Gli uffici di recente hanno ad esempio ricevuto due segnalazioni per la presenza di una biscia in un parco. C’è anche a chi danno fastidio le api. Ma biodiversità significa anche veder tornare questi piccoli animali e insetti in città. Anzi, è un ottimo segnale. Deve cambiare la cultura, accettando anche l’erba alta o la biscia tra le gambe».

Il cambiamento climatico è ormai al centro del dibattito internazionale. Bergamo cosa sta facendo in questa prospettiva?

«Una prima azione è la de-pavimentazione. Abbiamo iniziato con questo tipo di operazione e lo faremo in tutti i parchi: andremo a togliere tutto l’asfalto sostituendolo con pavimentazione drenante. La seconda azione riguarda le zone umide: andremo a raddoppiare quella del Plis Parco agricolo ecologico e nel Parco ovest 1 e 2 valorizzeremo le due zone umide naturali. Per ridurre il calore ci sono diverse azioni. Ad esempio, al parco della Clementina è prevista una vasca con fontana, capace di creare umidità e abbassare la temperatura percepita. La terza azione è già avviata: il potenziamento del patrimonio arboreo. Nel corso dell’anno, con uno stanziamento di 400 mila euro che si ripeterà ogni anno, saranno messi a dimora 1.680 alberi di buone dimensioni, di facile manutenzione e classificati come anti-smog».

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