Conclave, i cardinali si preparano: l’«Extra omnes» e poi il via - Cosa sapere

I PREPARATIVI. Proseguono le Congregazioni generali: si confrontano le anime dei collegi: quali le strategie nella settimana decisiva.

Al momento, di certezze su quello che accadrà ce ne sono ben poche, ma almeno una sicuramente c’è: il Conclave inizierà mercoledì 7 maggio. Questa la decisione presa il 28 aprile nella quinta congregazione generale dei cardinali: fissate per quella data la mattina la celebrazione in Basilica della messa «Pro eligendo Pontifice» e il pomeriggio l’ingresso in Sistina e l’inizio delle votazioni. Il programma di massima prevede la prima votazione nel pomeriggio del 7 maggio, e l’eventuale prosieguo nei giorni successivi con due votazioni la mattina e due il pomeriggio. Fissata la data in cui i cardinali procederanno all’elezione del successore di Papa Francesco, è stata già chiusa la Cappella Sistina per compiere i lavori di preparazione, compresa l’attivazione della stufa per bruciare le schede e del camino per le fatidiche «fumate».

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Si discute del futuro della Chiesa

Le prossime congregazioni generali che continueranno nei prossimi giorni - salvo giovedì primo maggio e domenica 4 maggio -, mentre nel pomeriggio proseguono le messe di suffragio dei «Novendiali», serviranno a metter definitivamente a punto ogni dettaglio procedurale ma soprattutto a discutere su quello che deve essere il futuro della Chiesa, quale la figura del nuovo Papa, quale ancora il mandato da affidargli per il governo della Chiesa universale e il suo ruolo nel mondo. E a latere, nelle «fraterne conversazioni», la tessitura delle strategie, in questa che è la settimana decisiva, per arrivare alla scelta del nuovo successore di Pietro.

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La maggioranza di due terzi

Che dovrà essere per forza una scelta condivisa, dal momento che per eleggere il Papa sarà necessaria una maggioranza qualificata di due terzi. Se mai si dovesse arrivare alla 33esima o 34esima votazione, si passerà obbligatoriamente al ballottaggio fra i due cardinali col maggior numero di voti. Ma anche in quel caso sarà sempre necessaria una maggioranza dei due terzi. Avendo più di 80 anni sia il cardinale decano Giovanni Battista Re che il vice decano Leonardo Sandri, le operazioni in Conclave saranno presiedute dal cardinale Pietro Parolin, già segretario di Stato. Il cardinal Re, come ha già fatto per le esequie di Francesco, presiederà invece la messa «Pro eligendo Pontifice».

I lavori alla Cappella Sistina

Una nutrita squadra di operai preparano la Cappella Sistina per accogliere i cardinali. Sul pavimento della Cappella viene installata una struttura piana di legno coperta da un panno beige, alta circa 50/60 centimetri da terra e collocata alla stessa altezza con il secondo gradino dell’altare. Nella Cappella Sistina vengono collocate le sedie di legno di ciliegio contrassegnate dal nome e il cognome di ciascun cardinale elettore. Davanti all’altare, sotto il michelangiolesco Giudizio Universale, viene posizionato un tavolo per l’urna di legno grezzo dove saranno raccolte le schede con i voti e un leggio con il Vangelo sul quale i porporati presteranno giuramento. Saranno collocati anche dei sacchetti di velluto per ritirare le schede e i segnaposti con i nomi dei Cardinali che avranno a disposizione una penna, una cartellina rossa d’appoggio e una scheda per lo scrutinio. Al di là della cancellata marmorea, ci sarà la stufa che servirà per bruciare le schede e dalla cui canna fumaria uscirà la «fumata» nera nei casi di non raggiunta maggioranza o la fumata bianca. La stufa, in ghisa è alta circa un metro e larga 45 centimetri.

Le schede, il voto, la scelta

Una macchina complessa ma pressoché infallibile quella del voto in Conclave messa a punto in secoli di storia e tradizione liturgica. Una votazione terrena che, per intercessione dello Spirito santo, designerà il rappresentante di Cristo in terra: dunque un atto normato da regole ferree e preceduto da una liturgia significativa. Partiamo dal numero dei partecipanti: il numero massimo di cardinali elettori è stabilito in 120, al momento gli aventi diritto al voto sono 135 (ma due cardinali non ci saranno per motivi di salute come ha confermato nella mattinata del 29 aprile la sala stampa vaticana). Per tutti è di fatto vietato utilizzare qualsiasi dispositivo elettronico o mettersi in contatto con l’esterno in virtù del vincolo di riservatezza e segretezza. È solo al termine del giuramento - che si conclude con la frase «extra omnes» (fuori tutti) - che prende il via ufficialmente il Conclave, con la chiusura a chiave della porta di accesso alla Cappella Sistina e l’avvio delle operazioni di voto. Il 7 maggio, giorno dell’avvio del conclave, si terrà una sola votazione nel pomeriggio mentre nei giorni successivi saranno quattro in totale, due la mattina e due il pomeriggio. Una volta scritto il nome sulla scheda sotto la frase «Eligo in Summum Pontificem», ogni singolo cardinale elettore si avvia verso l’altare con la scheda piegata e ben visibile. La adagia su un piatto d’argento poggiato su un’urna e poi la lascia scivolare all’interno. Una volta conclusa la sessione di voto, i primi due scrutatori aprono e leggono in silenzio il nome scritto sulla scheda, mentre il terzo pronuncia il nome.

La benedizione «Urbi et Orbi»

Le schede vengono forate e legate insieme, per essere poi bruciate all’interno della stufa. Nel caso di mancata elezione verrà aggiunta una miscela che colorerà il fumo di nero. In caso contrario, invece, il decano si rivolge al candidato eletto per chiedergli se accetta o meno l’incarico e quale sarà il nome scelto, ma questo solo se il nome ha ottenuto i due terzi dei suffragi. Solo allora verranno bruciate le schede aggiungendo il colorante bianco che annuncerà dal comignolo della cappella Sistina l’elezione del nuovo Papa. Solo al termine si procede alla vestizione nella cosiddetta «stanza delle lacrime» nella sagrestia della Cappella Sistina. Toccherà poi al cardinale protodiacono dare l’annuncio dell’elezione dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, dalla quale successivamente si affaccerà il nuovo Papa per la benedizione «Urbi et Orbi».

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