Convivenza forzata per la pandemia: boom di maltrattamenti in famiglia

Il reato che ha conosciuto uno degli aumenti più sensibili sono i maltrattamenti in famiglia, saliti a 840 (più di due casi al giorno) dai 687 del precedente periodo, facendo registrare un balzo del 22,27% che il procuratore Antonio Chiappani definisce allarmante.

Aumentano i maltrattamenti in famiglia, calano i furti, s’impennano le richieste di sequestri preventivi relativi ai reati fiscali. È la fotografia della situazione della Bergamasca nel periodo che va dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2021 emersa nella mattinata di sabato 22 gennaio, durante l’inaugurazione del nuovo anno giudiziario.

Il reato che ha conosciuto uno degli aumenti più sensibili sono i maltrattamenti in famiglia, saliti a 840 (più di due casi al giorno) dai 687 del precedente periodo, facendo registrare un balzo del 22,27% che il procuratore Antonio Chiappani definisce allarmante . Un fenomeno che, secondo il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli, «può probabilmente individuarsi nelle tante situazioni di “convivenza forzata” provocate dalla pandemia».

Nella nostra provincia calano invece i furti, sia quelli scoperti (da 1.164 a 1.078) che quelli a carico di ignoti (da 6.196 a 5.529). In diminuzione anche i furti in abitazione, scoperti (da 24 a 22) e rimasti senza autore (da 995 a 695).

Aumentano, infine, le proposte di sequestro per equivalente nell’ambito di inchieste per reati finanziari e fiscali. In totale, nel periodo preso in esame, sono stati proposti sequestri per beni e denaro per 278 milioni di euro, a fronte di una richiesta di 65 milioni del periodo precedente: più del quadruplo, e questo potrebbe spiegarsi anche con il fatto che durante l’arco di tempo preso in esame lo scorso anno giudiziario si erano registrati almeno tre mesi di ferreo lockdown. Per paradosso, la cifra finita effettivamente sotto sequestro, è minore nell’ultimo periodo rispetto a quello precedente: 29 milioni di euro contro i 30 di un anno fa.

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