Feste in chiaroscuro, l’onda del Covid si abbatte anche sui ristoranti

Tra disdette all’ultimo minuto e difficoltà a reperire personale, la programmazione diventa un percorso a ostacoli: «Come giocare alla roulette».

L’aumento dei contagi pesa sull’andamento delle prenotazioni e del lavoro per bar e ristoranti. I locali navigano a vista e quotidianamente si ritrovano ad affrontare disdette dell’ultimo minuto causate dai contagi, difficoltà nel reperire personale e nella programmazione dell’attività. Per molti imprenditori dicembre rappresenta il mese più importante dell’anno, dove si fa il bilancio di un’intera stagione. In generale gli affari sono calati, anche se non mancano le eccezioni.

La cucina stellata si conferma molto attrattiva, come conferma Chicco Cerea, del ristorante Da Vittorio di Brusaporto, che sottolinea come «stiamo lavorando in overbooking e abbiamo molte più prenotazioni rispetto all’effettiva disponibilità di tavoli. Ritengo che la risposta dei clienti sia dovuta ai distanziamenti che riusciamo a garantire e del fatto che molti quest’ anno hanno deciso di non viaggiare, di conseguenza preferiscono regalarsi una coccola in più con una buona cena nel locale preferito». È un buon Capodanno anche per il ristorante «Al Tram» di Sarnico: «I festeggiamenti per l’ultimo dell’anno sono sicuramente più effervescenti rispetto al Natale, con una clientela meno timorosa. Durante le festività stiamo registrando anche tanto turismo di prossimità, con buone presenze anche a pranzo. Notiamo tanta prudenza da parte dei clienti e, nonostante il bilancio dell’annata sia buono, non abbiamo registrato la corsa per riservare un tavolo».

Una categoria che ha sofferto meno di altre attività è rappresentata dalle trattorie a gestione familiari «perché vantiamo una clientela fidelizzata che, soprattutto durante le festività, ci riserva pranzi e cene come da tradizione, prenotando quasi di anno in anno - afferma Daniele Caccia della Trattoria Visconti di Ambivere -. Certo è che, per rispettare i distanziamenti, abbiamo meno coperti a disposizione e di conseguenza diminuiscono i margini di gestione. L’obiettivo è rimanere aperti e continuare a lavorare, sempre in sicurezza». Prenotazioni e disdette hanno caratterizzato il mese di dicembre per molti ristoranti, come conferma Marco Locatelli, del «Polisena L’Altro Agriturismo» di Pontida. «Il periodo è molto particolare - rileva Locatelli -. Avevamo tutto pieno per Capodanno, ma negli ultimi giorni si stanno susseguendo numerose disdette, puntualmente rimpiazzate da richieste che arrivano da nuovi clienti. Devo ammettere che è molto impegnativo star dietro al lavoro, perché è come giocare alla roulette e risulta veramente difficile programmare il lavoro, dagli acquisti al personale».

Va meglio in montagna Va decisamente meglio nelle località di montagna, come testimonia Silvia Dalle Crode dell’Hotel Pedretti di Branzi. «Lavoriamo molto bene con tanti turisti, che arrivano da località vicine per mangiare le nostre specialità - commenta soddisfatta Pedretti -. A causa dei nuovi contagi continuiamo a ricevere variazioni nel numero dei commensali e paghiamo senza dubbio l’assenza degli stranieri. Fortunatamente però, al momento sono stati rimpiazzati da tanti bergamaschi, milanesi e turisti che arrivano da Varese, Como e anche dal Piemonte». Alcuni locali hanno notato una differenza fra Natale, Santo Stefano e Capodanno, come il Podere Montizzolo di Caravaggio. «Abbiamo fatto il pieno a Natale, mentre a Santo Stefano c’è stata qualche defezione - afferma Paolo Belloli -. Direi un 30 per cento in meno, con disdette giustificate da casi di positività al Covid. Capodanno sta invece tenendo, in attesa di vedere come evolve la situazione. Alcuni clienti si dimostrano molto attenti e arrivano dopo aver fatto il tampone, in modo da tutelare tutti gli amici presenti alla tavolate e stare più tranquilli. Intanto ci siamo abbastanza salvati, nonostante il calo registrato sulle cene aziendali».

Alberto Magri della Cantina Lemine di Almenno San Salvatore ha notato qualche difficoltà in più sul Capodanno «con la gente più timorosa nelle prenotazioni, anche per un po’ di paura e dubbi se serva o meno il tampone per andare al ristorante. Le ultime novità introdotte dal governo hanno creato incertezza e le prenotazioni risultano ampiamente sotto le aspettative, se paragonate con gli anni pregressi». E negli ultimi giorni sono in aumento i locali che decidono di non aprire a causa del basso numero di prenotazioni per i festeggiamenti di Capodanno. «Se il pranzo di lavoro regge benissimo - commenta Sabrina Casadoro de La Piana di Sorisole -, la stessa cosa non è avvenuta per le festività più importanti e per le cene nel periodo di dicembre. Si ha l’impressione che le persone abbiano più paura ad uscire e preferiscano risparmiare. Preso atto delle poche prenotazioni per l’ultimo, abbiamo deciso di tenere chiuso, anche perché sarebbero maggiori i costi, rispetto ai ricavi».

Ascom Confcommercio Bergamo comunica di aver effettuato un giro di telefonate tra i locali associati, riscontrando un calo del 40 per cento di prenotazioni per Capodanno, con le disdette che ammontano al 50 per cento delle prenotazioni iniziali. «Il 2021, rispetto al 2019, sulle feste natalizie segna un crollo del 70%, sperando che non seguano ulteriori disdette - commenta Giorgio Beltrami, presidente della categoria dei pubblici esercizi e vicepresidente di Fipe Lombardia -. Di conseguenza ci sono diversi imprenditori che stanno valutando di richiamare i prenotati e disdire la cena, chiudendo per mettere in ferie il personale. Dal 15 dicembre i bar hanno registrato un crollo degli affari nell’ordine del 40/50 per cento». L’aumento dei casi di positività influenza anche il servizio nei locali, che spesso si devono organizzare per far fronte ai contagi tra il personale.

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