«Mezza pasticca, ho danni per sempre»
Giornata del Sermig, la storia di Giorgia

Giorgia Benusiglio , 37 anni, a 17 ha preso l’ecstasy che le ha provocato una necrosi del fegato. La sua storia in un film. Il racconto nella giornata del Sermig di sabato 11 maggio.

Giorgia Benusiglio ha 37 anni e da venti convive con la possibilità che il suo fisico possa cedere da un momento all’altro: è più debole e indifesa alle malattie rispetto alla maggior parte dei suoi coetanei, può mangiare un numero ristrettissimo di cibi, non potrà avere figli e non potrà mai fare il medico come nei suoi sogni di ragazza. Tutto questo perché alla fine degli anni Novanta, quando di anni ne aveva 17, ha preso mezza pastiglia di ecstasy, un gesto che le ha causato una necrosi del fegato, lasciandola per settimane fra la vita e la morte.

Da allora ha trasformato la sua vita in una testimonianza continua e itinerante, sviluppata in incontri con gli studenti delle scuole, in libri e, dallo scorso marzo, in un film intitolato «La mia seconda volta», prodotto e recitato dall’attore marchigiano Simone Riccioni. Giorgia e Simone sono stati entrambi protagonisti di un incontro aperto ai ragazzi durante il 6° appuntamento dei Giovani per la Pace, organizzato dal Sermig. «Io non penso di fermare chi assume droga o chi ha intenzione di assumerla – spiega Giorgia – voglio solo informarvi che potrebbe essere quel gesto a uccidervi». L’importanza di una scelta consapevole è il punto su cui Giorgia torna più spesso: «Se voi sapeste che accendendovi una sola sigaretta potreste morire, forse non lo fareste, io non sapevo che con una sola pasticca, provare una sola volta, mi avrebbe fatto rischiare così tanto, eppure c’erano altri ragazzi con me in ospedale e solo io sono sopravvissuta». In dodici anni la sua testimonianza è arrivata a 90 mila studenti e come nell’incontro di sabato in seminario, Giorgia è consapevole di toccare un argomento molto sentito dai giovani. Gli stessi ragazzi le chiedono cosa pensa della legalizzazione delle droghe leggere, una domanda a cui Giorgia risponde, anche in questo caso, informando più che giudicando: «Stiamo parlando della legalizzazione a scopo ludico e ricreativo, ovviamente, e allora vi chiedo se sapete realmente cosa contiene la proposta di legge avanzata e se sapete che nemmeno in Olanda le droghe leggere sono legalizzate, contrariamente a quanto tutti pensano».

«Ho smesso di giudicare perché ho subito su di me i giudizi degli altri. A 17 anni mi hanno detto di tutto, persino che i medici avevano sprecato un organo trapiantandomi il fegato, ora so che quelle frasi mi hanno fortificata e che, se posso entrare nel cuore dei ragazzi e aiutarli a compiere una scelta libera e consapevole, sto dando un senso a tutto questo», continua Giorgia. «Se tornassi indietro non lo rifarei – continua – se tornassi indietro saprei cosa può fare una sola pasticca, ma sono gli errori che ci rendono persone migliori, non bisogna vergognarsi delle proprie cicatrici, piuttosto bisogna essere capaci di trasformarle in un valore aggiunto».

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