Pregliasco: «Lombardia, presto si arriverà a 10 mila contagi». Le Terapie intensive sono già sature

Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco è questa la quota che si raggiungerà entro due-tre settimane. Intanto raggiunta la soglia di saturazione delle Terapie intensive, la Regione aumenta i posti letto ordinari a 10.237.

Una progressione inesorabile. Oltre 22 mila contagi negli ultimi quattro giorni in Lombardia, con una media giornaliera di 5.600 casi. Solo nella Bergamasca 1.309 positivi nello stesso arco temporale e una media di 327 contagiati ogni 24 ore. E anche i dati di ieri ben si incastrano in questo trend: sono 5.397 i positivi accertati nel territorio regionale sulla scorta di oltre 132mila tamponi processati, con il tasso di positività (rapporto tra test e contagiati giornalieri) che si conferma al 4%. In provincia di Bergamo si sono contati altri 337 casi positivi. «Si profilano nuvole all’orizzonte. In Lombardia potremmo arrivare di questo passo a 10mila casi giornalieri nel giro di due o tre settimane, i modelli previsionali vanno ricalibrati alla luce della variante Omicron e tutto ciò non è piacevole – sottolinea il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano e docente di Igiene all’Università Statale -. Fino a qualche settimana fa si pensava che saremmo potuti arrivare in Italia a 30mila contagi giornalieri come valore più alto, ma con le festività e gli inevitabili maggiori contatti tra persone dovremmo arrivare a 50mila positivi. E la Lombardia non è un’isola felice. Emerge la necessità di rafforzare le vaccinazioni e usare il buonsenso nei comportamenti a tavola in famiglia e nella vita di tutti i giorni, a prescindere dai colori affibbiati alle regioni e da eventuali nuove regole stringenti».

Le misure allo studio

Tra le misure allo studio si ipotizzano l’obbligo generalizzato di mascherine all’aperto, la necessità del tampone anche ai vaccinati per accedere a grandi eventi e feste vietate in prossimità del Capodanno. «Il quadro epidemiologico è ancora sotto controllo, anche in termini di pressione ospedaliera. Ma proprio per questo – continua Pregliasco - è opportuno pianificare misure flessibili per continuare a governare la convivenza con il virus ed evitare lockdown che nessuno auspica. C’è la necessità di dover ricordare a tutti che non siamo usciti da questa epidemia, con l’incognita variante Omicron sullo sfondo».

Il confronto domenicale

Il confronto tra i dati delle ultime domeniche: il 5 dicembre si erano segnalati 2.628 casi in regione e 193 in provincia, il 12 dicembre 3.278 in Lombardia e 160 nella Bergamasca e ieri appunto 5.397 in regione e 337 nel territorio orobico. La progressione dei casi positivi negli ultimi sette giorni è del 66,5 in più in Lombardia (incidenza ogni 100mila abitanti lievitata a 324,5) e del 68% in provincia (incidenza pari a 167,6). Cinque finora i casi accertati di Omicron nella Bergamasca e una decina di casi sospetti da sequenziare.

«È inevitabile che questa variante si diffonderà ovunque, non ci saranno zone franche – ribadisce Pregliasco -. Questa mutazione del virus ha una contagiosità che si avvicina a quella di morbillo e varicella, cioè le malattie infettive più trasmissibili, e ciò fa sì che anche le persone guarite si reinfettino, così come le persone vaccinate con due dosi. Il problema è che i casi sospetti di variante iniziano ad annidarsi anche nelle scuole. I bambini sono stati risparmiati dalla prima ondata perché la variante originaria non aveva particolare capacità di aggredire, poi è subentrata la Delta e ora l’Omicron con una serie di variazioni che la rendono insidiosa. Purtroppo i bambini rappresentano un grande serbatoio per la variante. Al momento non abbiamo altra scelta se non vaccinare a tappeto e chi non ha ancora fatto la terza dose corra a vaccinarsi. Servono cinture e bretelle contro questo virus e qualsiasi elemento di sicurezza complementare va considerato insieme ai vaccini. Il Green pass nelle scuole? Se vogliamo mantenere la didattica in presenza, ben vengano ulteriori strumenti di tutela».

Sui 5.397 casi di ieri, ne sono stati rilevati 2.022 a Milano, 547 a Varese, 501 a Monza e Brianza, 476 a Brescia, 337 a Bergamo, 317 a Como, 242 a Pavia, 188 a Mantova, 154 a Cremona, 139 a Lodi, 110 a Lecco, 63 a Sondrio. Gli attuali positivi in Lombardia sono 67.668 e 66.283 i soggetti in isolamento domiciliare. Sono 18 le nuove vittime del Covid in regione (24 il giorno prima), che portano il totale a 34.736 morti da inizio pandemia. Nessun decesso rilevato nella Bergamasca (2 vittime del Covid sabato e una venerdì; 3.716 morti ufficiali da febbraio 2020). Capitolo ricoveri: la pressione ospedaliera in provincia resta in sostanza immutata con 73 pazienti Covid negli ospedali bergamaschi (uno in più rispetto a sabato). Sono 45 i ricoverati all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, di cui 35 nei reparti ordinari e 10 in Terapia intensiva; 11 pazienti (uno in più) all’ospedale di Alzano (Asst Bergamo Est); 17 i ricoverati nei plessi di Treviglio e Romano di Lombardia (Asst Bergamo Ovest, dati non aggiornati). In Lombardia sono 160 le persone in Terapia intensiva (6 in più di sabato), mentre sono 1.225 (2 in più) quelle ricoverate in altri reparti.

Più posti letto in Regione

La Regione ha trasmesso al Ministero della Salute l’aggiornamento sui posti letto disponibili in area medica per i pazienti Covid. Con un aumento di 1.752 posti letto , il nuovo valore è di 10.237, vicino al tetto massimo di 10.500 posti letto. I dati Agenas (Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali) certificavano ieri per la Lombardia un indice di saturazione pari al 10% nelle Terapie intensive (la soglia limite per il passaggio in zona gialla) e del 12% per l’area medica non critica (la soglia è del 15%).

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